Djokovic chiuso nell’hotel per rifugiati di Melbourne: lunedì la decisione della Corte

Gli avvocati del campione di tennis sono al lavoro per farlo rimanere in Australia: problemi con il visto e l'esenzione al vaccino

Sidney, 7 gennaio 2022 - Novak Djokovic, il numero uno del tennis mondiale, rimarrà in un hotel di detenzione (utilizzato dalle autorità israeliane per alloggiare gli immigrati) per tutto il fine settimana mentre i suoi avvocati combattono per consentire all'asso del tennis di rimanere nel paese per difendere la sua corona all'Australian Open, che inizierà il 17 gennaio. Il suo caso si terrà lunedì mattina davanti a un giudice della Corte federale che ha la 'palla' in mano per valutare il ricorso contro la sua espulsione dall’Australia. Gli è stata concessa un'ingiunzione provvisoria dopo un ricorso presso la Federal Circuit Court, che gli impedisce di essere espulso almeno fino alle 16 di lunedì.

Tutto questo perché alla frontiera, in aeroporto a Melbourne,al campione non stati ritenuti validi il visto e l'esenzione al vaccino Covid.  Dovesse essere cancellato il suo visto, Djokovic rischia di perdere il trono del tennis (non giocando il primo Slam dell'anno può superarlo Medvedev) e di non poter fare più ingresso sul territorio australiano per i prossimi tre anni. Intanto, la ministra australiana degli Interni, Karen Andrews, ha sottolineato che il tennista non è "prigioniero" ma è libero di lasciare l'Australia quando lo desidera. 

Il visto e l'esenzione al vaccino Covid

I problemi con il visto della superstar serba sono iniziati mercoledì notte quando è atterrato a Melbourne. Il team del numero uno del mondo, appena arrivato in Australia, ha incontrato qualche difficoltà alla frontiera, ma sembravano solo delle formalità di rito. Un visto da controllare, un'esenzione al vaccino contro il coronavirus da mostrare. Poco piu' di burocratiche scartoffie. Poi, in programma, il trasferimento in albergo, gli allenamenti e la partecipazione agli Australian Open. Un programma, pero', che si e' interrotto quando i documenti di Djokovic non sono stati ritenuti validi, il visto e' stato revocato perche' non in linea con le regole sanitarie, e l'entrata nel Paese, per ora, negata. A prendere una decisione finale sara' un tribunale locale, con la prima udienza fissata lunedi' prossimo, a seguito del ricorso avanzato dai legali del serbo. Djokovic, nel frattempo, e' stato rimbalzato dall'aeroporto a una struttura per immigrati a Melbourne, il Park Hotel, dove ha passato il Natale ortodosso.  

I manifestanti davanti all'hotel

Nel frattempo continua la mobilitazione di fans e manifestanti sotto il Park Hotel di Melbourne, dove si trova il campione serbo,  la polizia della città nello Stato di Victoria ha anche dovuto intervenire. I media australiani parlano di arresti dei manifestanti più violenti, mentre la richiesta di Djokovic di spostarsi in un luogo in cui possa allenarsi nel caso la situazione si risolvesse a suo favore, è stata negata. "Grazie alle persone di tutto il mondo per il vostro continuo supporto. Lo sento ed è molto apprezzato", ha scritto il numero uno del tennis mondiale in una storia sul suo profilo Instagram. 

La manifestazione per Djokovic davanti all'hotel
La manifestazione per Djokovic davanti all'hotel

La moglie Jelena: "Cresceremo da questa esperienza"

In occasione del Natale ortodosso, che si festeggia oggi, Jelena Djokovic, moglie di Novak, ha mandato un messaggio di auguri speciale sui social. La consorte del campione serbo ha voluto sottolineare il dolore della separazione dal marito, isolato in un albergo a Melbourne, e ringraziare chi ha espresso solidarietà in suo favore. "Oggi è Natale e auguro a tutti salute e felicità, insieme alle vostre famiglie. Vorremmo stare insieme oggi, ma mi consolo dicendomi che siamo in salute. Cresceremo da questa esperienza", ha scritto Jelena Djokovic.

Sui social l'hasthag #IstandwithNovak

Su Twitter, intanto, è nato l'hashtag #IstandwithNovak. Tra i vari tweet c'è anche quello del tennista statunitense John Isner che scrive: "Quello che Novak sta passando in questo momento non è giusto. Non c'è giustificazione per il trattamento che sta ricevendo. Ha seguito le regole, gli è stato permesso di entrare in Australia e ora è detenuto contro la sua stessa volontà. Questa è una vergogna". 

Le reazioni

Novak Djokovic sta commettendo un "grande errore" se non si fa vaccinare contro il Covid-19, secondo l'ex allenatore del numero uno del mondo Boris Becker.  "In questa occasione penso che stia commettendo un grosso errore nel non farsi vaccinare. È uno che minaccia ciò che resta della sua carriera e la sua possibilità di cementarsi come il più grande giocatore di tutti i tempi", ha detto Becker al Daily Mail. "Quattro volte mi sono seduto nel suo box mentre vinceva l'Australian Open, quindi sono pienamente consapevole dei suoi grandi punti di forza come un giocatore incredibile. Penso anche che abbia un grande carattere che può essere facilmente frainteso".  "Eppure questi punti di forza possono essere anche punti deboli. La stessa incredibile determinazione con cui gli ho visto vincere tante partite ravvicinate può essere una vulnerabilità con la sua testardaggine". Becker ritiene che se Djokovic manterrà la sua esitazione nei confronti del vaccino, potrebbe presentare più ostacoli alla sua carriera da giocatore. "È incredibilmente volitivo, con convinzioni molto ferme. Se non lo fa, tra 10 anni guarderà indietro e si renderà conto di aver commesso un errore", ha detto Becker.

Non solo critiche, aspre o velate che siano. Novak Djokovic, in attesa di sapere lunedì se potrà disputare gli Australian Open dopo il suo ricorso all'espulsione per il mancato rispetto delle norme anti Covid, trova solidarietà anche tra i suoi colleghi. Il primo a spendere parole distensive nei confronti del campione serbo è stato l'australiano Nick Kyrgios, che in passato non aveva lesinato attacchi a 'Nole', soprattutto per il focolaio al termine del 'famoso' Adria Tour. "Mi sono vaccinato per gli altri e per la salute di mia madre, ma penso che il modo in cui sia stata gestita la vicenda Djokovic sia stato sbagliato - ha scritto Kyrgios su Twitter - Nonostante tutti i titoli dei giornali, è ancora uno dei nostri più grandi campioni e, alla fine, è umano. Dobbiamo fare di meglio". Djokovic ha ricevuto sostegno, via social, anche dall'americano John Isner: "Quello che Novak sta passando in questo momento non è giusto. Non c'è giustificazione per il trattamento che sta ricevendo. Ha seguito le regole, gli è stato permesso di entrare in Australia e ora è detenuto contro la sua stessa volontà. Questa è una vergogna".

Per i pubblicitari Melbourne gli costerà 50 milioni

Secondo la lista di People With Money il tennista Djokovic  è il più pagato tennista al mondo avendo fatturato oltre 96 milioni di dollari tra dicembre 2020 e dicembre 2021. Il fatturato stellare del tennista serbo è composto ovviamente dai cachet e dai montepremi raccolti nelle sue molte apparizioni e vittorie ma anche e soprattutto dalle tante sponsorizzazioni milionarie, che però, proprio a fronte della sua ribalta mediatica mondiale che ha tracimato sulla politica e sulla cronaca a fronte delle sue dichiarate, ed oggi più che conclamate, posizioni No-Vax sarebbe a serio rischio secondo gli esperti di comunicazione: "Con le sue posizioni estreme, peraltro colorate anche dalle dichiarazioni di genitori e staff - ha commentato Stella Romagnoli, direttore generale dell`IAA - International Advertising Association - il tennista serbo si auto-posiziona in una `zona nera` per chiunque lo abbia o possa desiderare in futuro ingaggiarlo come testimonial del proprio marchio". "Djokovic è inciampato su un tema che è costato all`umanità milioni di vittime e che ancora sta flagellando tutti i paesi - ha sentenziato lo spin doctor Davide Ciliberti del gruppo di comunicazione Purple & Noise PR - Un inciampo, peraltro molto convinto, che alla fine ritengo gli costerà non meno di 50 milioni di euro sul prossimo anno in minori sponsorizzazioni, in un momento in cui peraltro il tennista è pure quasi al capolinea della sua carriera, che invece si orienteranno su campioni in campo e nella vita quali Nadal ma anche il nostro Berrettini" ha concluso lo spin doctor.