di Ilaria Checchi
Obiettivo seconda stella: in casa rossonera la meta da raggiungere è chiara e le operazioni di mercato portate avanti da Moncada e Furlani nel corso di questa lunga estate ne sono una chiara dimostrazione.
Con il Napoli campione d’Italia in carica e i cugini nerazzurri, dunque, il Diavolo si candida alla corsa Tricolore, forte di un gioco che già nelle prime due uscite di campionato è apparso nettamente migliorato sotto svariati punti di vista.
Il Milan rinnovato di Stefano Pioli, sia nella trasferta al Dall’Ara che sabato a San Siro contro il Torino, ha messo in mostra un calcio di altissimo livello: un salto in avanti importante dopo un finale della scorsa stagione sotto le attese. Che l’ambizione per una stagione di successi non manchi è chiara dalle parole di uno dei senatori della squadra, quell’Olivier Giroud che è già risultato decisivo a suon di gol: "Questo Milan vuole fare come due anni fa, speriamo di lottare fino alla fine per vincere lo Scudetto: non ci vogliamo nascondere, ci sono 5-6 squadre che possono lottare per il titolo. Siamo solo all’inizio, ma siamo fiduciosi. Vogliamo far bene sia in campionato che in Champions".
Una presa di coscienza che ha seguito il pensiero espresso dal tecnico emiliano a inizio stagione: "Negli ultimi anni c’è stata grande battaglia per i primi quattrocinque posti e sarà così ancora, Vogliamo essere ambiziosi perché sono arrivati giocatori forti".
Ed è proprio sui nuovi elementi aggiunti alla rosa che si fonda la metamorfosi in positivo di un Diavolo che non vuole porsi limiti: da Reijnders a Loftus-Cheek, passando per Pulisc e in attesa dell’exploit di talenti come Okafor, Musah e Chukwueze, il collettivo si è rinforzato in un reparto nevralgico come il centrocampo (orfano a inizio estate di un campione come Sandro Tonali e del lungodegente Bennacer) ma è soprattutto nel nuovo ventaglio di scelte a disposizione di Pioli che il Milan conta di trovare la sua arma in più: con i nuovi, infatti, schemi inediti, tattiche mai provate e idee in sperimentazione potranno rendere la squadra più mutevole e imprevedibile che mai.
"Sono soddisfatto dello spirito di squadra - ha detto Pioli nei giorni scorsi - sono arrivati giocatori giovani ma intelligenti, già formati e con esperienza".
La sfida nella Capitale di venerdì sera contro la Roma sarà il primo vero banco di prova per la truppa rossonera, un degno antipasto in attesa del derby che infuocherà un San Siro nerazzurro il prossimo 16 settembre, una settimana dopo la pausa per le Nazionali: espugnare il fortino interista rappresenterebbe non solo una dichiarazione di forza nell’eterna sfida tra le due potenze meneghine ma potrebbe significare mettere già una bandierina nel percorso verso lo scudetto.
Il Tricolore conquistato dal club rossonero due anni fa proprio ai danni della squadra di Simone Inzaghi brucia ancora dalle parti di viale della Liberazione e se nella scorsa stagione il Napoli ha letteralmente fatto terra bruciata stradominando il campionato e relegando le due milanesi a sfidarsi unicamente per un posto in Champions League, quest’anno la corsa sembra nettamente più equilibrata: il gruppo dei veterani formato da colonne come Maignan, Leao, Theo Hernandez e Giroud ha ormai l’esperienza e la maturità necessaria per puntare all’obiettivo, mentre i volti nuovi sembrano già perfettamente integrati nello spogliatoio. Ora tutti devono dimostrare di aver capito la filosofia del gioco di Pioli ma soprattutto hanno già respirato l’aria di Milanello, cogliendo il peso di una storia prestigiosa fatta di trofei e tradizione vincente.