LUCA MIGNANI
Sport

Milan, giostra del gol. Gimenez, l’attaccante che serviva al Diavolo

"Gimenez è un attaccante di qualità, lo seguo fin da quando allenavo il Porto. È forte e dà...

Il messicano Santiago Gimenez esulta dopo la rete del raddoppio segnata all’Empoli, la prima in campionato con la maglia rossonera

Il messicano Santiago Gimenez esulta dopo la rete del raddoppio segnata all’Empoli, la prima in campionato con la maglia rossonera

"Gimenez è un attaccante di qualità, lo seguo fin da quando allenavo il Porto. È forte e dà più soluzioni alla squadra". L’investitura di Conceiçao, il pensiero comune di chi lo ha visto all’opera tra San Siro e il Castellani, la sensazione che sta rapidissimamente diventando (quasi) certezza: è il centravanti che serviva al Milan. Fin qui, 76 minuti giocati in totale: un assist, un’espulsione provocata, un gol. Il nuovo Diavolo, nato dalla rivoluzione partorita nel mercato di riparazione, passa molto dal 23enne messicano: "Sono davvero molto grato alla squadra. In Italia le partite sono sempre difficili, ma siamo entrati bene e siamo riusciti a incidere", le sue parole.

Gratitudine, discorso non in prima persona singolare, ma plurale: noi. Conceiçao avrà sorriso per i concetti. Molto più per i numeri che si ritrova a disposizione: nei piedi dell’ex Feyenoord (che ritroverà la sua “famiglia“ già mercoledì alle 21 a Rotterdam in Champions), insieme a Joao Felix, Leao e Pulisic, ci sono almeno 56 gol. E 39 assist. Sono le cifre dei fantastici quattro relative all’anno scorso: 16 reti e 8 assist per Santiago, 10 e 6 per Joao Felix al Barcellona, 15 e 14 per Rafa, 15 e 11 per Pulisic in tutte le competizioni. Quest’anno, il poker d’assi è già a quota 46 gol (pesano i 17 di Gimenez e i 12 dello statunitense) e 22 assist. In pratica: un patrimonio. Da valorizzare, però, sull’altare del collettivo: in sostanza, garantendo equilibrio.

I primi segnali dicono: si può fare. Contro l’Empoli la squadra ha tenuto sul piano della corsa (un chilometro in meno, 111-112), ma con più scatti (232-211). Stesso numero di palloni recuperati (49-49), un contrasto vinto in più (13-12). Qui l’altro lato della medaglia, quello del lavoro sodo. Dall’altra parte, la qualità: più possesso (62%-38%), più tiri (16-8, 5-0 in porta). Con Joao Felix a fare qualche svolazzo di troppo (si pensi ai tre colpi di tacco in un solo quarto d’ora), ma anche a piazzarsi a centrocampo alla bisogna. Con Leao in versione altruista, nel dialogare come nel rientrare, oltre che ariete. E con Pulisic a sfornare due assist. Il tutto con una squadra che pedala e che potenzialmente può pedalare ancora di più: Fofana è uscito all’intervallo, ma fin qui ha dimostrato di saper tirare eccome la carretta. Reijnders, in Champions, è tra i migliori giocatori della competizione per distanza percorsa: quasi 90 km in 8 gare. In più, aspettando Bondo (a disposizione contro il Verona), il jolly Musah che anche a Empoli ha fatto tre ruoli: esterno alto a destra, centrocampista centrale, anche esterno basso.

A proposito, Kyle Walker: l’inglese è stato dirottato anche centrale difensivo e ha rischiato pure una tibia. Reazione identica: non ha fatto una piega. Costruisce, accompagna, chiude: impatto da leader, in piena linea con le (alte) aspettative per l’ex capitano del City con 18 titoli in bacheca. Quelli che vuole Conceiçao. La ricetta, facile a dirsi ma tutt’altro a farsi, l’ha svelata senza problemi: "Stiamo lavorando tanto sulla compattezza difensiva. Ognuno deve uscire dalla comfort-zone per il bene comune. Sappiamo tutti che Joao Felix, Leao, Pulisic, Gimenez, Abraham sono bravi con la palla. Ma c’è tutto un altro lavoro da fare senza. Quando tutti lo capiranno si divertiranno di più. E vinceremo più partite". Riferimento al quarto posto che, con una gara in meno, dista ancora 7 punti. Con un pensiero anche alla semifinale di Coppa Italia. Ci si penserà da mercoledì notte. Ora, il primo bivio Champions.

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