La ferita Lukaku è ancora aperta. Nonostante il suo successore, Marcus Thuram, abbia fatto benissimo finora in maglia nerazzurra all’Inter non hanno dimenticato le modalità del burrascoso addio del belga, fischiato da tutto San Siro nel giorno del suo mesto ritorno da avversario. Lukaku ha giocato una partita senza squilli e la sua Roma ha perso meritatamente 1-0 al cospetto della capolista, il cui ds Piero Ausilio ieri non ha risparmiato una frecciata a “Big Rom“. "Preferirei non parlarne, dico solo che in tutte le cose servono educazione e rispetto. A un certo punto, sono venute a mancare - ha dichiarato a Radio Tv Serie A - Tante operazioni non vanno in porto, ma se c’è voglia di dirsi le cose guardandosi in faccia non c’è problema. Se ci si nega al telefono o si parla attraverso altre persone, non corrette, è il momento di voltar pagina. Per me è chiusa dall’8 luglio, sono stracontento di quanto arrivato dopo. La telefonata di addio? È una “leggenda“, c’è stata dopo tanti tentativi andati a vuoto, ma è durata poco. È stata decisa, però educata. Ho detto solo quel che pensavo".
Diversa è fino a questo momento la storia con Thuram, che ha preso il suo posto. "Eravamo vicini a prenderlo nel 2021, avevo fatto il suo nome in società dopo il passaggio di Lukaku al Chelsea - ha detto ancora Ausilio - Purtroppo si è infortunato pochi giorni prima di chiudere la trattativa ed è saltato tutto, ma pochi giorni fa suo padre Lilian mi ha ricordato che sono stato il primo a dire a Marcus che poteva diventare una punta centrale e quei colloqui di allora sono stati la base per quanto avvenuto dopo".M.T.