GIULIO MOLA
Sport

La crisi e il disimpegno di Fininvest. Il Monza in un tunnel senza uscita

Galliani resta fra i pochi a credere nel miracolo salvezza, ma il compito di Nesta è una “mission impossible“

Galliani resta fra i pochi a credere nel miracolo salvezza, ma il compito di Nesta è una “mission impossible“

Galliani resta fra i pochi a credere nel miracolo salvezza, ma il compito di Nesta è una “mission impossible“

Quando lunedì mattina la sagoma di Raffaele Palladino si è materializzata nel centro sportivo di Monzello, chi era presente racconta di aver avuto un sussulto. Di più, un attacco di nostalgia. Ma il tecnico campano, che da quelle parti è di casa avendo guidato fino a pochi mesi fa il Monza in serie A conquistando due splendide salvezze, non era lì (solo) in visita di cortesia o per consolare gli amici e i ragazzi che mai dimenticherà, bensì doveva dirigere la rifinitura della Fiorentina in vista della sfida serale con l’Inter proprio sul campo dove fino a maggio ha allenato la formazione brianzola. Qualcuno lo ha guardato senza proferire parola, altri gli hanno sorriso e c’è chi avrebbe voluto fargli una semplice domanda: "Mister, perchè tutto questo?".

Già, perché dopo una storica promozione in serie A nell’estate del 2022 (c’era Stroppa in panchina) e due tornei nel campionato più nobile, oggi i tifosi biancorossi assistono ad un calvario senza fine, un percorso dal destino quasi segnato. Un incubo (sportivo), in una parola. Perché il Monza è lì, ultimo, stordito e rassegnato, umiliato anche nell’ultima trasferta in casa della Lazio, contestato da gran parte della tifoseria che comunque continua con passione a seguire la squadra anche lontano dall’U-Power Stadium. Per mantenere la categoria (il quart’ultimo posto è a 8 punti) serve un miracolo, per spiegare come si sia finiti in un tunnel senza uscita bisogna fare qualche passo indietro piuttosto che parlare del futuro, e dell’ultima disperata carta (il ritorno di Alessandro Nesta) per una salvezza complicatissima.

Chi frequenta da vicino Monza e Monzello non è sorpreso dalla crisi in cui da mesi è sprofondata la squadra, una lunga “agonia“ annunciata nonostante il grande attaccamento “alla maglia“ di Adriano Galliani. Ma di fronte al disimpegno della Fininvest e dei figli di Silvio Berlusconi dal progetto Monza soprattutto dopo la scomparsa del capofamiglia, anche un bravissimo e navigato dirigente come Galliani nulla poteva. Se non provare almeno a salvare in parte un bilancio in “rosso“ che ha pesato come un macigno sulle casse Fininvest nei sei anni di gestione del Monza (pagato 2,9 milioni il 29 settembre 2018). Di qui il mercato di gennaio con uscite importanti e pochissimi rinforzi.

I numeri, del resto, parlano chiaro: un centinaio di giocatori acquistati dal giorno in cui la famiglia Berlusconi è diventata proprietaria del club, un lifting totale per lo stadio e poi il fiore all’occhiello, ovvero un centro sportivo rimesso a nuovo e invidiato da tutti dove far crescere il settore giovanile. Se in campo tutto andava bene, con la doppia promozione dalla C alla serie A e le due salvezze giocando un bel calcio, gli investimenti hanno inciso tantissimo sui conti: per cinque stagioni saldo negativo a bilancio, con una perdita complessiva di circa 193 milioni di euro. Tutto questo nonostante i ricavi, soprattutto per la parte relativa ai diritti tv e le sponsorizzazioni. Situazione che Fininvest ha ritenuto insostenibile (restano scolpite le parole di Pier Silvio Berlusconi che qualche mese fa ha detto: "Il calcio è diventato un mondo folle"), al punto che già prima della morte di Silvio Berlusconi si era alla ricerca di soci. Negli anni sono stati accostati al Monza il fondo italiano Orienta Capital e il milionario italo-americano Mario Gabelli di Gamco Investors, però, di concreto nulla è successo, "anche per le distanze fra domanda e offerta", fanno notare i beneinformati. Anzi, Fininvest è dovuta nuovamente intervenire, versando in conto capitale 79 milioni complessivi fra il 2023 e il 2024.

Il resto è storia dei giorni nostri: la squadra che ha collezionato il record dei punti in Europa per una neopromossa non c’è più, come sono andati via tanti talenti valorizzati da Palladino (Colpani e Di Gregorio su tutti, ma prima ancora Carlos Augusto). La panchina è diventata bollente, fra esoneri e richiami, e in questo campionato sono arrivate solo due vittorie. In caso di caduta in B entra in gioco il cosiddetto “paracadute retrocessione”, ovvero un contributo economico che ha l’obiettivo di attutire la discesa fra i cadetti (al Monza spetterebbero circa 25 milioni). Ma non ditelo a Galliani: lui alla salvezza continua a crederci. Da inguaribile ottimista.

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