REDAZIONE SPORT

Ilario Castagner, morto a 82 anni il mister della rinascita milanista

Il tecnico di origne veneta, nel 1983 riportò i rossoneri in serie A dopo la retrocessione seguita allo scandalo Totoscommesse. Guidò anche l'Inter nel 1984 e 1985

Ilario Castagner

Milano - È morto a 82 anni Ilario Castagner, calciatore e storico allenatore di molte squadre di serie A, tra le quali Inter, Milan, Atalanta, Lazio e il "Perugia dei miracoli" che concluse il campionato 1978-1979 al secondo posto, senza perdere mai una partita. 

Il messaggio di Milan, Inter e Monza

La morte di Castagner ha generato un'ondata di commozione e affetto in tutto il calcio italiano. "È stato l'allenatore del Milan, è stato un vero e proprio signore per tutto il calcio italiano. Vicini alla famiglia di Ilario Castagner nel momento del lutto": questo il messaggio di cordoglio dei rossoneri per la scomparsa del tecnico veneto. Anche l'allenatore del Milan Stefano Pioli, al termine della partita con il Monza, ha voluto ricordare Castagner "Io ricordo una bellissima persona, molto seria, molto rispettosa, con stile e col sorriso, un ottimo allenatore". 

I cugini nerazzurri hanno scritto sui loro canali social: "L'Inter abbraccia la famiglia di Ilario Castagner e si unisce al dolore di tutto il mondo del calcio italiano". Anche il Monza ha espresso il proprio cordoglio: "Ac Monza partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa di Ilario Castagner, calciatore, allenatore e poi dirigente, che guidò tra le altre squadre Inter, Milan e Lazio, e che col Perugia completò un campionato di Serie A da imbattuto nel 1978-79". 

Il Milan in serie B e la promozione

Nato a Vittorio Veneto (Treviso) nel 1940, aveva giocato con le maglie di Reggiana, Legnano, Perugia, Prato e Rimini diventando poi allenatore dell'Atalanta dove restò dal 1969 al 1974 alla guida delle giovanili prima di andare ad allenare il Perugia del presidente Franco D'Attoma nel 1974 e realizzare con il club umbro il suo miracolo sportivo: prima la promozione in Serie A e poi il secondo posto nel 1978-79 con una stagione senza sconfitte conclusa a soli 3 punti dal Milan del decimo scudetto.

Luciano Moggi lo volle poi nel 1980 alla Lazio, in serie B, dove rimase due anni senza centrare la promozione, venendo esonerato nel 1982. Passato al Milan, sempre in serie B, retrocesso dopo lo scandalo del totoscommesse, Castagner vinse il campionato e riportò i rossoneri nella massima serie. Non fu confermato e andò ad allenare l'altra milanese, l'Inter, dove resto per 2 anni. Poi, sempre in serie A, divenne allenatore dell'Ascoli e, dopo tre anni, scese di categoria e allenò Pescara e Pisa in B.

Nel 1993 tornò al Perugia, allora in serie C e lo guidò alla promozione in B. Esonerato l'anno successivo, tornò ancora alla guida del Perugia subentrando come quarto allenatore e facendolo promuovere in serie A. L'anno seguente, pur contribuendo alla crescita del giovane fantasista giapponese Hidetoshi Nakata, entra presto nuovamente in rotta con Gaucci e rassegna le dimissioni dopo venti giornate, decidendo di chiudere definitivamente la carriera di allenatore.

Torna nel club umbro dall'agosto 2005 all'ottobre 2006 quando ricopre la carica di direttore tecnico e presidente onorario del Perugia, club in fase di ricostruzione dopo il fallimento della gestione Gaucci, sotto la presidenza di Vincenzo Silvestrini.

È stato anche un apprezzato commentatore televisivo, attività iniziata nei primi anni '90 collaborando dapprima con Telemontecarlo e, in seguito, con Mediaset Premium e Rai Italia. Nel 2018, in un'intervista, Castagner aveva spiegato la differenza tra calcio passato e moderno: "La più evidente è la velocità del gioco, che costringe i calciatori ad avere altrettanti fotogrammi veloci nella propria testa, per avere una visione globale dell'azione, ad intuire un attimo prima dell'esecuzione la giocata giusta".