MATTIA TODISCO
Sport

Di nuovo alle urne. La Lombardia si prepara a scegliere il presidente. Si vota entro metà marzo

Pedrazzini si ricandida dopo le dimissioni rassegnate lo scorso autunno. Per la poltrona del CRL ci sarà un secondo round con la sfidante Battistini . A settembre il primo confronto tra i due coinvolse quasi settecento club.

Pedrazzini si ricandida dopo le dimissioni rassegnate lo scorso autunno. Per la poltrona del CRL ci sarà un secondo round con la sfidante Battistini . A settembre il primo confronto tra i due coinvolse quasi settecento club.

Pedrazzini si ricandida dopo le dimissioni rassegnate lo scorso autunno. Per la poltrona del CRL ci sarà un secondo round con la sfidante Battistini . A settembre il primo confronto tra i due coinvolse quasi settecento club.

Il Comitato Regionale della Lombardia della FIGC-LND si prepara per le nuove elezioni. In una data ancora da definire (ma sarà entro i primi quindici giorni di marzo) e con gli stessi protagonisti dell’ultima tornata: Sergio Pedrazzini e Valentina Battistini. Sono passati pochi mesi dall’elezione di Pedrazzini, allora presidente uscente e confermato dal voto come leader del calcio regionale. Era il 14 settembre, giornata in cui Pedrazzini festeggiò il successo elettorale pur sapendo di non poter contare sulla maggioranza in Consiglio. Al contrario: dodici dei tredici consiglieri scelti dalle società erano infatti espressioni dell’altra candidatura.

Uno scenario in cui era facile prevedere che ci sarebbero state delle difficoltà di manovra, come poi è successo. A stretto giro di posta, infatti, fu pubblicata una nota che riassumeva lo stato d’animo conseguente alle scelte all’assemblea e annunciava frizioni rivelatesi in breve insanabili. "Il consiglio direttivo neoeletto chiede a Sergio Pedrazzini l’immediata rinuncia alla carica di Presidente CRL LND alla luce dei risultati delle elezioni di questa mattina - si leggeva -. Chiediamo un atto di responsabilità verso tutte le associate che con il loro voto libero e democratico hanno eletto un consiglio direttivo regionale composto per la quasi totalità da candidati della lista di Valentina Battistini".

Ed è stato in questa situazione d’incertezza che il presidente rieletto ha tentato di tenere in piedi la situazione per i primi giorni della nuova legislatura, fino alla effettiva rinuncia dell’incarico ufficializzata con le dimissioni del 29 ottobre. "A seguito di quell’assemblea ordinaria - ha spiegato infatti Pedrazzini - si sono susseguiti accadimenti che hanno determinato una profonda serie di riflessioni e che hanno portato alla decisione che comunico oggi con grande dispiacere, nonostante la volontà di molte società, che mi hanno chiesto insistentemente di rimanere. Il mio senso di responsabilità mi impone, nell’interesse del Comitato regionale Lombardia, di rassegnare le dimissioni al dottor Giancarlo Abete (divenuto commissario dopo la scelta di Pedrazzini, ndr), in quanto in questi oltre 40 giorni le azioni mosse dai 12 consiglieri della lista opponente mi hanno fatto capire che la possibilità di governare in un rapporto di reciproca fiducia non può sussistere".

Pur facendo un coraggioso passo indietro, vista l’ingovernabilità del Comitato, Pedrazzini ha deciso di presentarsi nuovamente come candidato e sarà supportato anche da volti nuovi tra i consiglieri. Andrà così in scena un remake del confronto vissuto nel 2024 contro Valentina Battistini, il cui obiettivo sarà rimontare lo scarto (361 a 329) che non le ha permesso di vincere a settembre, nonostante l’ampia maggioranza ottenuta in termini di consiglieri.

La nuova “chiamata alle urne“ dovrebbe avvenire con modalità logisticamente differenti. Uno dei problemi sorti a settembre era stato infatti l’operazione di voto per i rappresentanti delle società. In tutto avevano espresso la loro preferenza in 695, l’intenzione è quella di agevolare la votazione online in modo da poter raccogliere più facilmente i dati ed evitare il bis di una giornata che per i dirigenti era risultata estenuante. Alcuni di questi, una volta arrivato mezzogiorno senza ancora aver potuto esprimere la preferenza, avevano deciso di rinunciare al proprio diritto.

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