ANGELO ALESSANDRO BRAMBILLA
Sport

Cordiano Dagnoni: "Voglio diventare presidente della Federciclismo"

L'imprenditore di Pioltello, ex corridore, è uno dei tre candidati alla successione di Renato Di Rocco

Cordiano Dagnoni

Cordiano Dagnoni

Pioltello (Milano), 16 dicembre 2020 -  L’ imprenditore milanese Cordiano Dagnoni, 56 anni, si candida alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. L’ex corridore che da qualche anno abita a Rodano ( tuttavia la famiglia Dagnoni è storicamente di Limito di Pioltello ) sta completando il suo mandato da presidente del Comitato Regionale Lombardo della Federciclismo. “Non mi candiderò alla presidenza lombarda per il prossimo quadriennio – rivela Cordiano, ex dilettante, appassionato di golf e tifoso dell’Inter – perché punto alla presidenza nazionale. Dirigenti di svariate regioni mi esortano a puntare alla presidenza FCI”.

Cordiano è figlio di Mario Dagnoni, imprenditore meccanico e fondatore della Dari Mec di Segrate, nota per la produzione di ingranaggi e ora di proprietà danese. Il perito industriale Cordiano con i fratelli Sergio, 54 anni, e Christian, 51, è attualmente a capo della Dari Tech, azienda che progetta grandi apparati con ingranaggi. Papà Mario Dagnoni nel ciclismo era noto come pilota nelle gare dietro motori, quelle in cui il corridore ciclista rimane in scia alla moto. Papà Mario nella specialità “stayer” ha partecipato come pilota, in gergo “allenatore”, a 17 edizioni dei Campionati del Mondo su pista. Nelle “Sei Giorni” Mario Dagnoni gareggiava alla guada di moto leggere tenendosi in scia campioni dello spessore di Merckx, Motta, Gimondi, Moser, Sercu e Saronni. Da corridore Cordiano partecipò nel 1981 e ‘82 alla Sei Giorni juniores di Milano, e nel 1983 e ‘84 a quella dei dilettanti. Le competizioni si svolgevano in anteprima alle gare professionistiche sulla pista del bellissimo Palasport di San Siro, quello crollato sotto il peso della maxinevicata nel gennaio 1985. “Ho disputato da corridore anche delle Sei Giorni all’estero – precisa – in tutto ne ho fatte 12”. Relativamente alle gare in velodromi all’aperto, Cordy Dagnoni ha gareggiato al Vigorelli di Milano, a Zurigo e in altri importanti impianti d’Europa.

Naturalmente Cordiano ha disputato numerose gare stayer in scia alla moto pilotata da papà vincendo pure il prestigioso Gran Premio di Parigi. Cordiano ha sempre gareggiato per la società di famiglia, la Dari-Mec, fatta eccezione per la stagione 1984 in cui ha indossato la maglia del Club Italia-San Siro, la squadra di Alcide Cerato, noto imprenditore milanese di pompe funebri ed ex corridore professionista. I fratelli Cordiano, Sergio e Christian hanno sempre aiutato papà ad organizzare il Giro delle Tre Province, classica internazionale per elite e under 23 giunta fino alla cinquantesima edizione, con partenza e arrivo a Limito di Pioltello. Inevitabilmente Cordiano ha copiato papà, diventando allenatore stayer e derny (gara dietro moto più leggere ). Da pilota derny il figlio d’arte ha trionfato in diverse edizioni del Campionato d’Europa, pilotando tra l’altro Elia Viviani e Marta Cavalli. Ha anche dominato diversi Campionati italiani derny pilotando Francesca Pattaro e altri atleti. Esattamente come papà Mario, anche Cordiano ha pilotato i derny nelle Sei Giorni all’estero; negli ultimi inverni si è esibito a Berlino e a Londra, vincendo svariate prove. E’ sempre uno dei piloti più graditi degli specialisti delle Sei Giorni.

In merito alla carriera in seno al Comitato lombardo della Federciclismo, ha fatto il vice-presidente fino al dicembre 2016, e negli ultimi 4 anni il presidente. Da presidente della Lombardia si è distinto, unitamente al vicepresidente vicario Fabio Perego, per le numerose attenzioni alle organizzazioni della pista. Il Comitato lombardo ha dato notevole incentivo all’attività dei velodromi collaborando con dirigenti di tutta Italia. E il gruppo di Cordiano Dagnoni, Perego e dell’altro vicepresidente Angelo Francini non ha affatto trascurato la strada e le categorie giovanili. “Mio papà – racconta Cordiano - Mario sognava di diventare presidente del Comitato lombardo e non ci è mai riuscito. Io ce l’ho fatta. Ma adesso voglio superare un altro gradino. Voglio diventare presidente di tutta la Federciclismo italiana. Sto preparando un dettagliato programma a favore di corridori e società italiane di tutte le categorie e specialità”. Il presidente in carica della Federciclismo è Renato Di Rocco, che non si candida per il quadriennio 2021-24. Il nuovo presidente verrà eletto il 14 febbraio (probabilmente la location sarà Chianciano Terme) e gli antagonisti di Dagnoni sono l’ex corridore professionista Silvio Martinello, padovano di Tencarola di Selvazzano, e l’emiliana Daniela Isetti, di Salsomaggiore. Probabilmente il nuovo presidente partirà con l’handicap dell’attività ridotta a causa delle problematiche Covid. Comunque Dagnoni è un lombardo vero, sa rimboccarsi le maniche e agire.