I 50 anni di Zinedine Zidane, campione assoluto in campo e in panchina

Ai successi da calciatore si aggiungono quelli da allenatore. Una doppia carriera inimitabile tra Juventus, Real Madrid e Nazionale francese

Zidane compie 50 anni

Zidane compie 50 anni

Un artista con la palla tra i piedi, un fenomeno anche in panchina. Compie oggi 50 anni Zinedine Zidane e alla boa del mezzo secolo ha già vinto tutto, sia da giocatore che da allenatore, ritagliandosi un posto tra le leggende del calcio, con un legame a doppio filo col Real Madrid.

Ai blancos il francese arriva con l'etichetta di acquisto più costoso della storia fino a quel momento, nel 2001, per la bellezza di 150 miliardi di lire versati nelle casse della Juventus, che l'aveva prelevato cinque anni prima dalla Francia dopo la crescita tra Cannes e Bordeaux. Sotto la guida di Lippi e Ancelotti, 'Zizou' strega il popolo bianconero e la Serie A con le sue giocate: trequartista dal tocco felpato, specialista nel rompere intere linee difensive con il primo stop o, peggio, con finte senza mai accarezzare il pallone. Pensare prima e più veloce di chiunque altro, anticipare i tempi e regalare assist: Zidane non segna molto ma fa sognare, sia con la maglia della Juve che con quella della Francia, con la quale si aggiudica il Mondiale in casa nel 1998 (anno in cui vince anche il Pallone d'Oro e il primo dei tre Fifa World Player) e l'Europeo due anni più tardi.

Successi non mancano neppure in Italia con due scudetti, ma per l'appuntamento con la prima Champions League serve attendere il passaggio al Real. In una realtà che vive di pressioni e ambizioni, Zidane riesce a ritagliarsi spazio in una rosa zeppa di campioni e nella prima stagione mette il timbro sulla Coppa dalle grandi orecchie. È suo il gol, e che gol, che decide la finale contro il Bayer Leverkusen con una girata al volo iconica nella storia della competizione. Zizou diventa così un punto fermo del Real dei 'Galacticos', che però fa fatica a ripetersi e trovare la quadra in Europa. La chiave giusta per guidare fenomeni al successo la trova lui stesso, ma da allenatore: dopo un anno di praticantato come vice di Ancelotti e un paio sulla panchina del Real Madrid Castilla, Zidane viene individuato dal presidente Florentino Perez come l'uomo giusto per rimediare al flop Benitez nel 2016. Mai scelta fu più azzeccata, con una stagione chiusa in trionfo con l'affermazione in finale di Champions League sui 'cugini' dell'Atletico. 

È l'inizio di un ciclo che porterà altri due successi nella massima competizione europea, un'impresa riuscita solo a Zizou: un uomo di calcio, un cervello applicato ad accompagnare un talento fuori dal comune in ogni ambito di questo sport. Carisma, idee e risultati che da soli riescono a cancellare anche qualche brutta macchia: come la testata a Materazzi nel 2006, nell'ultima sua partita ai Mondiali, dove risulta il giocatore più sanzionato nelle fasi finali (4 gialli e 2 rossi). Ma a Zidane si poteva perdonare pure qualche scivolone perché, come recitava Lippi, "giocava su una nuvola, una nuvola dove nessuno poteva salire".