Mondiali Qatar 2022: "Omosessuali al sicuro, ma niente effusioni in pubblico"

Scoppia la bufera sul direttore esecutivo al Khater che ha risposto così alle preoccupazioni di Josh Cavallo, calciatore omosessuale.

L'installazione per il conto alla rovescia all'inizio dei Mondiali 2022 in Qatar

L'installazione per il conto alla rovescia all'inizio dei Mondiali 2022 in Qatar

Crescono nuove polemiche sui Mondiali in programma nel gennaio 2022 in Qatar. Oltre ad essere la prima volta che un mondiale verrà disputato a stagione in corso, con relativa felicità da parte delle squadre di club, a far discutere sono le politiche in tema di diritti umani del paese arabo.

A far nascere questa discussione sono state le dichiarazioni di Josh Cavallo, calciatore professionista dell'Adelaide United, squadra che milita nella prima divisione australiana, che appena un mese fa è passato alla cronaca come uno dei primi calciatori dichiaratamente omosessuali. Oltre al coming out, il calciatore australiano ha aggiunto che avrebbe avuto "paura ad andare a giocare" il primo Mondiale in un paese arabo, dove l'omosessualità è potenzialmente punibile con la morte.

Alle prese anche con le polemiche per le condizioni di lavoro degli operai che hanno realizzato gli stadi per la kermesse qatariota, il comitato organizzatore dei Mondiali Qatar 2022, attraverso il suo direttore esecutivo Nasser al Khater, ha risposto a Cavallo: "Josh Cavallo sarebbe il benvenuto in Qatar, nessuno è insicuro da noi. Ma vanno evitate pubbliche manifestazioni d'affetto, che sono disapprovate. È l'unica indicazione da rispettare, per il resto tutti possono vivere la propria vita". Una stortura che alle orecchie del mondo occidentale non è passata inosservata: secondo quanto riferito da al Khater, in Qatar ognuno è libero di vivere la propria vita, ma apparentemente senza potersi mostrare in pubblico per chi si è davvero.  

Ad alimentare le polemiche, nei giorni scorsi, l'associazione britannica Kick It Out aveva accusato BeIn Sport, l'emittente tv qatariota, di alimentare l'omofobia per aver invitato i calciatori musulmani della Premier League a boicottare l'iniziativa dei lacci arcobaleno in quanto l'omosessualità è "incompatibile" con l'Islam.

Al Khater, intervistato dalla Cnn e dall'Indipendent su questo tema, ha parlato della situazione dei diritti in vista del prossimo Mondiale, provando ad aggiustare il tiro dopo la prima dichiarazione "gli omosessuali possono venire in Qatar come qualsiasi altro tifoso e possono comportarsi come qualsiasi altra persona. Quel che dico, semplicemente, è che dal punto di vista della percezione dell'affettività in pubblico, la nostra è una società conservatrice".  

Secondo la sharia, l'omosessualità è punibile anche con la morte, ma le associazioni che si occupano di diritti umani sottolineano che non ci sono prove di condanne capitali eseguite per questo motivo. I matrimoni gay, le unioni civili e la propaganda sono in ogni caso vietate. "Sappiamo che il Mondiale è un possibile palcoscenico per proteste su questi temi, ma non siamo preoccupati", ha concluso Al Khater.