
I tifosi del Brescia protestano fuori dal Rigamonti
Il Brescia ha intrapreso la triste strada del fallimento. Non è stato rispettato il termine per i pagamenti degli stipendi e dei contributi e, a questo punto, la società del presidente Massimo Cellino, che ha scelto di non saldare le pendenze, non potrà iscriversi al prossimo campionato. Il club rischia di dover ripartire dai Dilettanti dopo 114 anni di onorata storia tra i professionisti. Visti gli accadimenti delle ultime ore, appare proibitivo sperare in un colpo di scena, tanto che l’amministrazione comunale di Brescia ha cercato di prendere in mano la situazione e ha organizzato un tavolo a Palazzo Loggia con i dirigenti di FeralpiSalò, Lumezzane ed Ospitaletto, le tre società bresciane di serie C, con l’intento di vedere se è possibile arrivare a creare un’unica squadra provinciale che riportasse il centro dell’attenzione verso la città (ricostruzione che però lo stesso Ospitaletto ha riferito essere "priva di fondamento"). Un disegno che difficilmente potrà andare in porto, soprattutto per il forte campanilismo dei tre sodalizi coinvolti, e che rappresenta una mossa della disperazione per cercare di ribaltare una sentenza che suona tristemente come una condanna.
Sui social network, utilizzando il profilo della moglie, si è espresso anche il capitano Dimitri Bisoli: "Ci tenevo a dimostrare la mia vicinanza a tutto il popolo bresciano. Sono stati calpestati 114 anni di storia, ma il Brescia non è lui, siamo noi ed è per questo che Brescia non morirà mai. Sono certo che risorgerà più forti di prima". L’intervento del capitano, che si è anche detto disposto a rimanere al di là della categoria, è stata una delle note salienti di una giornata che è trascorsa nell’inutile attesa del versamento da parte del presidente Cellino. L’imprenditore sardo, anche andando contro i suoi stessi interessi, ha deciso di non sborsare i circa 3 milioni necessari per assicurare al club la possibilità di continuare il percorso, accettando così la conseguenza di veder sfumare ogni possibile cessione e i soldi collegati (quasi 20 milioni). A questo punto, il collegio sindacale sarà costretto a portare i libri contabili in tribunale. Partirà così la procedura per la messa in liquidazione della società, che dovrebbe consegnare il titolo sportivo al Comune, il quale comincerà a cercare gli imprenditori disposti a far ripartire il Brescia.
Umori opposti in casa Pro Patria. La Lucchese non dovrebbe infatti risultare iscritta alla C, il che riammetterebbe i bustocchi dopo la retrocessione.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su