MATTIA TODISCO
Basket

Ron Harper, una stella Nba a canestro in piazza Duomo / FOTO

Ha attraversato tre decenni dagli anni '80 all'inizio del nuovo millennio, giocando in squadra con Michael Jordan e Kobe Bryant

Ron Harper in azione con la maglia dei Bulls

Milano, 2 settembre 2017 - A rappresentare la Nba a Milano nei prossimi due giorni di eventi in piazza Duomo ci sarà un cinque volte campione del campionato professionistico. Ron Harper, guardia che ha cavalcato tre decenni tra ‘80, ‘90 e l’inizio del nuovo millennio, si presenta ai nostri occhi con al dito uno degli anelli conquistati in carriera. «Come l’ho vinto? Lavorando duro e giocando in grandi squadre. Questo che porto è quello del 2000, in finale contro gli Indiana Pacers. Insieme a me c’era gente come Kobe Bryant, Shaquille O’Neal. Ho giocato con loro e con altri come Micheal Jordan, Horace Grant, Rick Fox».

Cosa accadrebbe oggi se i Bulls di Jordan dovessero incontrare Golden State?

«Vinceremmo noi. I Warriors sono troppo piccoli, non hanno taglia. Giocano molto da fuori, noi giocavamo anche dentro l’area e avevamo una difesa fantastica. Sono convinto di aver fatto parte di quello che è probabilmente il miglior team della storia. Avevamo tanti giocatori che sapevamo cosa fare in campo».

Ci sarà mai un altro Jordan nella storia della pallacanestro?

«Non credo. Al di là del talento era uno che rispettava il gioco. Ho avuto il piacere di giocarci contro per i miei primi nove anni in Nba e poi di diventare suo compagno di squadra. Nemmeno LeBron James è paragonabile. Lo stesso vale per il Dream Team del 1992, in cui c’era anche Jordan: impossibile pensare che possa esserci un’altra squadra così».

Cosa pensa dei due italiani impegnati oggi negli Usa, Marco Belinelli e Danilo Gallinari?

«Il loro gioco è cresciuto molto in questi anni. Gallinari ha avuto la possibilità di andare a giocare in una buona squadra come i Los Angeles Clippers. Penso che con lui e Griffin potranno fare un buonissimo anno».

Che differenze ci sono tra l’impatto che avevano i giocatori europei ai suoi tempi e quello attuale?

«Io ho giocato contro Sabonis, che è stato il miglior giocatore europeo della storia. Sono stato in squadra con Kukoc. La verità è che in Europa a 14 anni puoi giocare già contro avversari più grandi e forti, mentre negli Stati Uniti a quell’età sei nella High School. Per cui quando gli europei arrivano in Nba sono più pronti».

Se potesse scegliere, scambierebbe uno dei suoi titoli Nba per un oro olimpico?

«No, mai. Ai Giochi ci sono forse tre squadre di buon livello, in Nba di solito incontri almeno 7-8 franchigie che possono vincere».

Sta facendo molto discutere lo scambio Irving-Thomas. Cosa ne pensa?

«Irving è un grande giocatore, ma per vincere un titolo servono più elementi di altissimo livello. Golden State e Cleveland saranno ancora i due migliori team del campionato, non so se lui ha deciso di andare a Boston perché si sentiva all’ombra di LeBron James, ma non rivincerà il titolo, anche se continuerà ad essere un All-Star».

Sappiamo che suo figlio, Ron Harper Jr, gioca a basket al college. Che consigli gli ha dato?

«Il primo è di essere se stesso, di non pensare a diventare come me. Sono molto orgoglioso di lui. Ama giocare a basket, sta crescendo molto bene».

Le piace l’Italia?

«Sono qui per la prima volta. Ho sentito tante storie su quanto sia buono il cibo e molte altre cose positive. A questo punto sono sicuro che non starò per molto tempo in albergo».