Arbitri aggrediti e picchiati: raddoppiati gli episodi. Cosa succede in Lombardia

I vertici di Figc e Aia hanno chiesto un inasprimento delle sanzioni per contenere le dimensioni del fenomeno

Fotogramma di un video amatoriale: arbitro inseguito da alcuni spettatori

Fotogramma di un video amatoriale: arbitro inseguito da alcuni spettatori

Milano - Solo pochi giorni fa l’ultimo gravissimo episodio: un calciatore di 17 anni ha rifilato un pugno all’arbitro rompendogli il naso. Cinque anni di squalifica nonostante le scuse. Ma è solo la punta dell’iceberg, di un fenomeno che nonostante le campagne di sensibilizzazione e le proposte di Legge per inasprire le pene a chi si rende protagonista di tali gesti, resta sempre d’attualità. Come confermano i numeri, purtroppo: i dati degli ultimi mesi evidenziano un netto incremento degli atti di violenza nei confronti degli arbitri (molto spesso ragazzi giovanissimi, tra i 14 e i 18 anni d’età): dal 1° luglio ad oggi ci sono stati infatti 217 gli episodi accertati, contro i 144 registrati nello stesso periodo della precedente stagione sportiva, pari ad un aumento del 50,7%.

Nel dettaglio sono anche cresciute le violenze gravi, passate da 45 a 74, e i giorni di prognosi da 315 a 420 (quelli ufficiali e resi noti, perché alcuni direttori di gara non comunicano di essersi recati al Pronto Soccorso). Delle 217 violenze totali, 135 sono state commesse da calciatori, 67 da dirigenti e 15 da estranei. Non solo: ben 11 le situazioni in cui ad essere vittime di tali atti sono stati arbitri donne.

E se la “maglia nera“ in questa speciale classifica è della Sicilia (32 episodi accertati), purtroppo la Lombardia è sul secondo gradino del podio della vergogna (ben 29 atti di violenza nel periodo sotto la lente), davanti a Toscana (27), Lazio (22), Piemonte (20), Campania (14) e Calabria (11). Altro particolare da evidenziare è quello dei tornei più a rischio, ovvero quelli in cui questi casi si sono verificati più frequentemente: Seconda Categoria (51 episodi), Campionati Giovanili regionali e provinciali (45), Prima Categoria (27), Juniores (25), Terza Categoria (23), Calcio a 5 e Promozione (16).

"E c’è (più di) qualcuno che ritiene che questo non sia un problema da affrontare con urgenza...", commenta sconsolato Luca Marelli, ex arbitro comasco di serie A ed oggi uno dei più apprezzati commentatori televisivi. Un grido d’allarme che però non lascia indifferenti le istituzioni calcistiche visto che dell’argomento si è discusso anche nell’ultimo Consiglio Federale. Il presidente della Figc Gabriele Gravina e il vice presidente dell’AIA Duccio Baglioni, nell’illustrare i numeri registrati in questa stagione sportiva, hanno chiesto un inasprimento delle sanzioni per debellare il grave fenomeno.

Stigmatizzando la preoccupante recrudescenza delle aggressioni ai direttori di gara ("Bisogna dire basta a questi atti vili e incresciosi"), Gravina ha anticipato lo studio, d’accordo con l’AIA, di una norma di contrasto che preveda sanzioni ancora più severe, fino alla possibilità di punti di penalizzazione in classifica per la società cui appartiene il tesserato che si rende colpevole di violenza. "Chi tocca un arbitro – ha dichiarato Gravina – dovrà uscire dal mondo del calcio. E quando ci sarà il coinvolgimento delle società, anche loro dovranno pagare. Sono pronto a impugnare qualunque decisione della giustizia sportiva territoriale che non sia esemplare".