Santoianni: "Così ho scelto, ricomincio da me"

Il cantautore e il nuovo album “Non ho santi in Paradiso“. "Ma continuo a perdermi nel centro di Milano"

Il cantautore milanese Donato Santoianni: nel 2010 ha vinto SanremoLab

Il cantautore milanese Donato Santoianni: nel 2010 ha vinto SanremoLab

Milano - Di questi tempi , meglio affidarsi alle anime del purgatorio che ai beati. Parola di Donato Santoianni, nuovamente in scena con un album intitolato proprio “Non ho santi in paradiso“. "Quando un anno fa ho iniziato a lavorarci, mi sono chiesto chi me lo facesse fare, viste le difficoltà incontrate fino a quel momento – racconta –. Poi, però, ho capito che avrei potuto autoprodurmelo senza scomodare quelli delle alte sfere e mi sono messo all’opera: avevo necessità di dire delle cose e le ho dette". Per il cantautore milanese, che nel 2010 ha vinto SanremoLab, tre anni dopo ha collaborato con Gianni Bella e nel 2018 ha partecipato a Musicultura, si tratta del secondo album e, oltre a raccogliere brani pubblicati nel 2021 come “Stazione di sosta“, “Litorale“, “Exit“, “Forfait“, propone tre inediti di grana fine quali “Rigore“, “15 Secondi“, “Pericolo“.

Santoianni, quali mettere subito nella playlist? "Quanto a pensiero, i pezzi che rappresentano di più questo nuovo lavoro penso siano “Stazione di sosta“, perché racconta la mia visione del futuro e la voglia di mettersi in pausa nella speranza che le cose vadano meglio, “15 Secondi“, perché racconta la voglia di essere contemporanei senza limitarsi a raccontare le cose in un lampo, ma alzando la testa e guardandosi attorno, e “Litorale“, perché racconta l’ambizione di non sentire il bisogno di avere tutto, ma godere della semplicità delle piccole cose".

C’è, a suo avviso, un filo che li unisce tutti e tre? "Sì, il fatto di essere un po’ meno sentimentali di altri, ma più vicini alle sensazioni provate da un ragazzo di 28 anni immerso nel mondo che gli gira attorno".

In “15 secondi“ canta: «…perdiamoci in centro a Milano». "Anche se oggi vivo a Vigevano, Milano rimane il cuore della mia vita. Sono nato a Lambrate, ma nelle canzoni racconto soprattutto la vita del centro perché è quello in cui mi scopro ad osservare di più gli altri, rubando con lo sguardo e il pensiero una parte della loro giornata".

E Vigevano? "L’ho scelta perché è una città molto piccola e molto bella, che mi dà la possibilità di fare la vita che voglio senza quello stress che era diventato un problema per me e per i miei affetti".

Nel disco duetta «Forfait» con The Andre, con chi altro le piacerebbe avere esperienze simili? "Su questo tema cambio spesso idea. Se c’è un artista emergente che apprezzo tanto, questo è Nicolò Carnesi. Un giovane che ha già fatto, però, cose molto belle. Forse un giorno lo contatterò, perché mi piacerebbe molto provare a scrivere qualcosa con lui. Mi piace molto pure quello che ha fatto Marracash negli ultimi due dischi, perché credo stia riuscendo a dare il giusto fuoco ad un linguaggio cantautorale del rap in cui riesco a ritrovarmi pure io che vengo da una scuola diversa".