ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Tante care cose (da Fulminacci): "Willie Peyote sul palco? Chissà..."

Giovedì a Mantova, venerdì a Bergamo, a settembre al Magnolia: tour de force dopo Sanremo e il disco d’oro

Fulminacci

Fulminacci

Bergamo - Giovedì 22 luglio era a Mantova, la sera dopo in Piazza degli Alpini l’attendeva il palco dell’Nxt Station di Bergamo. Luglio denso per Fulminacci, in concerto pure il 6 settembre al Magnolia di Milano, e per quel "Tante Care Cose e altri successi tour" che lo racconta nell’ottica dell’ultimo album, uscito lo scorso anno sulla scia del debutto a Sanremo con "Santa Marinella".

Filippo (Uttinacci), gli «altri successi» stanno ad indicare che questo è un sequel del “Tante Care Cose Tour“ della scorsa estate?

"Sì, legato alla ristampa di ‘Tante Care Cose’ con quattro brani che nel nuovo titolo ho chiamato un po’ avventurosamente ‘successi’ nonostante fossero ancora sconosciuti, perché mi divertiva questa dizione usata nelle antologie dei cantanti di un tempo. Ovviamente, trattandosi di inediti, ho fatto un uso prettamente goliardico di quella frase".

Grazie al Festival, però, «Santa Marinella» il disco d’oro l’ha superato con slancio.

"Sanremo rappresenta sempre una bellissima occasione e magari in futuro ci riprovo. La prossima no. Penso, infatti, che per la formazione del cast i giochi siano già quasi fatti".

La scelta del repack di «Tante care cose» è nata dal desiderio di allungargli un po’ la vita?

"Causa pandemia, non eravamo riusciti a suonare quel disco come avremmo voluto e abbiamo pensato di rinfrescarlo per portarlo sui palcoscenici così come meritava".

Nel frattempo, sono arrivati in radio due nuovi singoli «Brutte compagnie» e «Chitarre blu».

"Sì, anche se nella nuova versione del disco ci sono pure ‘Sembra quasi’ e ‘Aglio e olio’ con Willie Peyote, che ho raggiunto in concerto a Milano quattro giorni fa. Stimando molto Willie, sono riuscito a procurarmi il suo numero e gli ho mandato un messaggio per chiedergli di mettere una sua strofa in quel pezzo. Mi ha spiazzato, accettando subito".

Lo spettacolo gioca pure con delle coreografie.

"Merito di Dalila Frassanito, che ne ha studiate alcune per me e per la band. Non essendo ballerini, siamo partiti da un livello di incapacità totale, lavorando a lungo e duramente sui movimenti di scena. Usiamo pure dei costumi. Se nei locali ero vestito praticamente da cameriere anni Cinquanta, ora le candide Lacoste di ora ci raccontano come rampolli borghesi in vacanza in Riviera".

Ospiti?

"Stasera a Bergamo no, a settembre al Magnolia potrebbe essere. Una città come Milano non ti lascia che l’imbarazzo della scelta; basta aprire l’agenda per trovarsi a spaziare dal mio amico Matteo Mobrici allo stesso Willie che, pur abitando a Torino, quando a maggio ho fatto il Fabrique non ci ha pensato sopra due volte a saltare in auto per raggiungermi".