Cosa fai a Capodanno? Edoardo Bennato il rock agli Arcimboldi

Per cominciare il 2023 a Milano il cantautore partenopeo ha scelto la sua “Abbi dubbi”

Edoardo Bennato

Edoardo Bennato

Quanta fretta, ma dove corri… Quest’anno Edoardo Bennato rappresenta per 2.346 milanesi l’alternativa a “countdown” televisivo di Amadeus. Tanta è la capienza degli Arcimboldi, che ospita il rocker partenopeo a Capodanno con un “3…2…1… Bennato!” esplosivo fin dal titolo. Una maratona affrontata dal “Rinnegato” di Bagnoli assieme ai prodi della BeBand: Giuseppe Scarpato e Gennaro Porcelli alle chitarre, Raffaele Lopez alle tastiere, Arduino Lopez al basso e Roberto Perrone alla batteria.

Edoardo, è la sua quarta volta agli Arcimboldi...

"Il mio rapporto con Milano l’ho iniziato ai tempi dell’università da “emigrante“ privilegiato, senza la valigia di cartone. Stavo alla Casa dello studente in viale Abruzzi e frequentavo la facoltà di architettura perché m’ero messo in testa seguire una mia strada nel campo della musica e quindi studiare qui al Nord significava poter frequentare contemporaneamente i corridoi delle case discografiche, dove s’aggiravano personaggi come Mogol, Lucio Battisti, Mara Maionchi e tanti altri ancora. Nove anni di gavetta decisivi per la mia vita".

D’altronde lei ha iniziato a suonare giovanissimo.

"Mia madre iniziò a preoccuparsi che io e i miei fratelli durante l’estate ce ne rimanessimo senza far niente e, intimorita dalla teoria che l’ozio è il padre dei vizi, per tenerci impegnati cercò prima un maestro di lingue e poi ripiegò su uno di musica. Così io mi ritrovai tra le mani una chitarra, Eugenio una fisarmonica e Giorgio le congas. Avevo 12 anni ed ero il maggiore dei tre. Un giorno, mentre come Trio Bennato ci esibivamo al Circolo della Marina Mercantile di Napoli, fummo avvicinati da un signore distinto che ci disse: siete bravi, se quest’anno vi fate promuovere a scuola vi regalo un viaggio in America. Era l’armatore Aldo Grimaldi. E così andò".

La scoperta di un nuovo mondo.

"Viaggiare è fondamentale per acquisire parametri che servano per dialogare su problemi che riguardano il futuro del pianeta. Dobbiamo veicolare i temi dell’inclusione e della coesistenza pacifica cercando di eliminare le differenze nel mondo tra Paesi del Nord e del Sud, tra Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, o non ne verremo mai fuori. Oltre oceano ci sono andato molte volte, nel ’71, ad esempio, rappresentai con Herbert Pagani il nostro Paese al Festival cileno di Viña del Mar (dove sarei tornato pure nel ’72 e ’73). Venimmo pure ricevuti addirittura dal presidente Salvador Allende. Nell’84, invece, volai con Gianni Minà a Cuba, dove poi sono tornato un’altra decina di volte. Ma di esperienze ne ho fatte tante, spaziando dall’Inghilterra alla Cina".

La notte di Capodanno saranno 15.505 giorni dal suo memorabile San Siro del 19 luglio 1980.

"Quando nell’estate del ’78 suonai al San Paolo a Napoli il sistema del live italiano veniva da anni difficili, di autoriduzioni e violenze. Poi nel ’79 arrivò negli stadi il “Banana Republic“ di Dalla e De Gregori e nell’80, assieme ai miei “amici del cortile“ trovai il coraggio di organizzare un grande tour negli stadi in 15 tappe suonando una sera sì e l’altra no. Partimmo da Firenze e finimmo a San Siro. Quindi, come diceva Totò, “senza nulla a pretendere…“ penso di aver dato il mio contributo al ritorno della musica nei grandi spazi".

Parafrasando il titolo di un suo album del 2010, le vie del rock sono finite?

"No, rimangono infinite. Anzi, penso che dal Dopoguerra in poi il rock sia stata l’unica cosa positiva arrivata sul pianeta terra. Rock significa carica, energia propositiva necessariamente eversiva, svincolata da ogni parte politica. Dylan è rock, così come gli Stones o i Green Day. Le “canzoni“ debbono dare emozioni e buone vibrazioni ed i testi devono essere “poesia“ prima di essere “provocazione“. Con i miei dischi, ma anche con i miei disegni e le mie pitture, ho cercato di rendere complementari musica ed arte".

Nel suo repertorio la canzone giusta per mezzanotte quale è?

"L’ottimismo sottintende un’analisi sgombra da ideologie e per analizzare bene la situazione è necessario il confronto con gli altri, che sottintende il dubbio. Quindi inizierei il 2023 con “Abbi dubbi“. Pure mia figlia Gaia ritiene quel pezzo spettacolare, perché schizofrenico. Un vero e proprio manifesto del mio modo di fare musica".