Quel punto perso dal Como dei miracoli (contro la Juve)

Cronache di un grande inviato dal ’75. Al Sinigaglia i blu dominano per lunghi tratti, ribaltano la Vecchia Signora e subiscono un’ingiustizia

Quel punto perso dal Como dei miracoli (contro la Juve)

Quel punto perso dal Como dei miracoli (contro la Juve)

Mario

Fossati

Non è stata la Juventus a perdere un punto a Como, ma il Como piuttosto. La Juventus ha pareggiato al penultimo minuto di gioco. L’arbitro Menegali ha punito il comasco Correnti che, per ammonire il compagno di squadra Scanziani ha fatto ricorso ad un moccolo, che era un’energica invocazione ad un santo protettore. Menegali ha fatto notare, fischiando, che il regolamento non permette neppure di chiamare un compagno di squadra per nome e cognome, tanto meno in maniera così brusca e ruvida. La vicenda si svolgeva a trenta metri dalla porta di Rigamonti. Capello ha passato la palla a Cuccureddu, che non ha avuto pentimenti: ha sferrato un gran tiro, il pallone violentissimo ha picchiato una coscia di Fontolan e si è insaccato. 2-2. Il risultato di parità è calato sul fango del Sinigaglia. Giusto un mese fa, a Como, in amichevole, Cuccureddu aveva ottenuto il pareggio per una Juventus, in preparazione alla Coppa, con una staffilata che Fontolan aveva involontariamente deviato nella sua rete. Una ammonizione, sorrideva Parola: un avvertimento di cui i comaschi avrebbero dovuto tenere conto. E’ inutile che aggiunga che ai padroni di casa, il Como appunto, è parso di essere stati puniti da un particolare tipo di giustizia, la giustizia degli specialisti, da cui l’uomo della strada diffida. Non è che sui campi di calcio si eserciti il turpiloquio: è, però, assodato che i prati verdi del football vengono attraversati da gridi brevi, da moccoli che sono fucilate. La lotta, la fatica, lo sforzo sono cattivi consiglieri. Hanno pagato, dunque, Correnti e il Como. Menegali, che ha diretto egregiamente un incontro, che avrebbe potuto assumere anche una piega scabrosa, non ha concesso, nell’occasione, alcuna circostanza attenuante. Il Como era preparatissimo a questo abbrivio di campionato impietoso che nello spazio di due giornate, le prime, lo opponeva al Napoli, a Napoli e alla Juventus, in casa. Se è vero, come sosteneva Boniperti, che una squadra di classe non è favorita da un solo elemento atmosferico avverso (il vento) bisognava allora concludere che il Como, che non ha altrettanta qualità nelle sue file, non era posto sicuramente a proprio agio da 36 ore di pioggia battente, che avevano infradiciato il terreno del Sinigaglia. La sua velocità, il suo gioco che spazia nelle fasce laterali, il football affidato al ritmo (che i suoi dirigenti non

osano chiamare totale) avrebbero dovuto spegnersi davanti al controllo di palla, alla pacatezza, alla finitura del corredo tecnico bianconero. Così non e stato. In svantaggio, al 1.o minuto, il Como ha ricuperato: ha pareggiato: eppoi è passato a condurre (per un errore di Zoff: uno dei rarissimi errori imputabili in carriera al grande portiere) e quindi ha tenuto. Cappellini e Rossi erano le due punte del Como: Scanziani era il centravanti arretrato: Fontolan e Boldini si sganciavano in avanti, rendendo tremendamente pericolosa la palla.

La Juventus aveva segnato che ancora non era scoccato il primo minuto. Su una punizione battuta da Causio, parabola che il portiere Rigamonti avrebbe dovuto interrompere in uscita. Ma Rigamonti non si muove e Furino salta, incoccia il pallone e insacca. La Juventus era schierata secondo il più logico degli schemi. Scirea libero, Morini ad occuparsi di Cappellini. Gentile su Scanziani: Cuccureddu a volte a disagio sullo scatto corto di Rossi e Furino che cercava Pozzato. Davanti Anastasi impegnava Malgrati: Causio faceva ammattire Boldini e Bettega duellava con Fontolan: Gori giostrava con Guidetti e Capello con Correnti.

Il Como continuava a premere. La Juve lo conteneva, per contrarlo ovviamente, ma la manovra non era agevole. Le mancava parzialmente Capello che, dopo un incidente grave, è in fase di recupero. Capello era lievemente disgustato. Trovava il primo fango della stagione. Gori, che ha lavorato parecchio, non è ancora al meglio della condizione. Il centrocampo si rovesciava così addosso a Furino, che bersaglierescamente si dava da fare come suole e sa. La Juve ha risentito di questo centrocampo un poco zoppo, singhiozzante. E il Como sfruttava la situazione con vivacità. Al 16° Zoff doveva stendersi in tuffo, per deviare in angolo un colpo di testa di Fontolan, su punizione, battuta da Correnti. Una parata classica, da manuale: un intervento funzionale, perciò bellissimo. Il Como mancava spesso l’ultimo passaggio. Metteva però in affanno la Juventus, che soccorreva il suo centrocampo, facendo ricorso ad un fantasioso Causio. Al 31’, il pareggio comasco, Correnti, a Fontolan, cross, testa di Pozzato, gol. La pioggia ammollava vieppiù il campo. La parte juventina aveva accolto una prodezza di Causio come un segno propizio. Capello aveva lanciato Causio, che si era liberato di Garbarini, con un tunnel, uno svolazzo che assomiglia tanto alla sua firma. (...) Ma il Como con il suo gioco sprintato, a raffiche, non cedeva la presa. Al 18’ il Como andava in vantaggio. Un corner calciato da Correnti, Zoff che sbaglia il tempo dell’uscita, che annaspa per aria. Il pallone che ricade e Fontolan, che ne controlla il rimbalzo e infila. 2-1. Lo stesso Como darà modo a Zoff di riscattarsi interamente. Al termine di un’uscita velocissima Zoff si tuffa sui piedi di Pozzato, lanciato da Rossi. Dice Capello che Zoff è il terzo scattista della squadra. E’ una parata-gol. Quest’uscita, Zoff la ripete, al 31’ su Scanziani (l’arbitro aveva già fischiato, per imprecisabile fallo, a favore della Juventus). Al 37’ Rossi si lamentava per crampi e Cancian lo sostituiva con Jachini, che dovendo controllare Cuccureddu, freddo come era, marmato dalla sosta in panchina, appariva a disagio. Al 44’ il pareggio bianconero, la legnata fra capo e collo di Cuccureddu e la deviazione dello sfortunato Fontolan.