Gli enigmi della città medievale in un docu-film per scuole e turisti

Pronto il sequel di “L’ultimo bagliore di un impero“. E gli studenti del Setificio creano le animazioni

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di Simona Ballatore

“L’ultimo bagliore di un Impero“ aveva preso le mosse delle mille monete d’oro, scoperte nel cuore di Como. Dopo il documentario sulla città romana, si apre un nuovo capitolo: “La preghiera, la battaglia - Viaggio nella Como medievale“. Un progetto dell’associazione Sguardi in collaborazione col Setificio Paolo Carcano, col Teatro Città Murata e con le musiche originali di Alessandro Martire, finanziato dal Comune di Como - tramite il bando multimisura 2021 - e dalla Bcc di Cantù. Alla regia c’è Paolo Lipari. Guidano per le vie due attori: Marco Continanza e Arianna Pollini. Responsabile di produzione è Francesca Lipari. La finalità è turistico-culturale, con un invito speciale alle scolaresche: il primo docufilm, infatti, continua a girare per le classi di tutta Italia, invogliandole a mettersi in cammino. "L’esperienza prosegue – spiega Lipari –: con un criterio cronologico ci siamo affacciati sul Medioevo. È come aprire un libro le cui pagine sono sparse in altri libri. Esistono capitoli ben leggibili: Porta Torre, il Broletto, il Baradello, l’abside della Chiesa di San Fedele, Sant’Abbondio, punti cardinali nel tessuto urbano e nei percorsi turistici. Ma ci sono tantissimi frammenti, sculture e architetture diffusi nel palinsesto urbano, che spesso sfuggono ma sono fondamentali per cogliere il Medioevo comasco".

Si parte da due dimensioni: “La preghiera e la battaglia“. Che sembrano contrapposte ma permeano la città. C’è l’ospedale che accoglie, c’è un conflitto che si è spostato dentro le mura, tra famiglie rivali, tra i Rusca e i Vitani. "E si apre il grande capitolo della lotta con Milano – ricorda Lipari –, elemento chiave della storia. Una guerra durata dieci anni, ma che aveva radici profonde e ha caratterizzato lo sviluppo architettonico della città, presidiata a meridione perché era da lì che si temeva il nemico". Non manca il protagonista: Federico Barbarossa, che ridisegna i confini. "L’aspetto più affascinante è dato dalla componente simbolica – sottolinea il regista –, dai dettagli misteriosi, dagli enigmi. C’è un paesaggio di segni sul quale ti vien voglia di volare con la fantasia". Che decolla, per esempio, dal portale dell’abside di San Fedele, col movimento di draghi e la sirena bicaudale. Nel volo sono stati coinvolti gli studenti del Setificio di Como, che hanno curato le animazioni e che hanno sperimentato il viaggio. "Hanno approfondito i testi con uno storico, Fabio Cani, e messo piedi e mani nella città medievale. Le gambe sono state il loro ’motore di ricerca’ e si sono lasciati catturare dalla storia, nei suoi chiaroscuri, dalla gabbia di Napo Torriani agli affreschi ella chiesa di Sant’Abbondio, che abbagliano. C’è un’immagine che commuove, che non t’aspetti: accanto alla Madonna col bambino c’è la nutrice, che con la mano sente la temperatura dell’acqua. La grazia della quotidianità". Non c’è due senza tre: nell’attesa di riscoprire il medioevo si ragiona già sul Rinascimento comasco, che ne ha di cose da raccontare. Il viaggio si fa seriale per avvicinare e i turisti ma anche i comaschi stessi, che entrando nella dimensione più intima della città, la sentono più complice.