La storia di 32 Via dei Birrai. Tre amici veri, una passione e la voglia di cambiare il mondo

Amore per la birra, materie prime scelte, ecosostenibilità e beneficenza "Le big della produzione non possono competere con la nostra artigianalità. Nel nostro piccolo sviluppiamo la cultura di questa bevanda in tutta Italia".

La storia di 32 Via dei Birrai. Tre amici veri, una passione e la voglia di cambiare il mondo

La storia di 32 Via dei Birrai. Tre amici veri, una passione e la voglia di cambiare il mondo

Una passione, un sogno trasformato in un microbirrificio artigianale tutto italiano: è la storia di Loreno Michielin, Fabiano Toffoli e Alessandro Zilli, fondatori di 32 Via dei Birrai. L’azienda nasce nel 2006 a Pederobba (Treviso), da tre amici con la voglia di cambiare il mondo dei microbirrifici italiani, troppe volte caratterizzato dalla qualità incostante delle produzioni. Così Fabiano, mastro birraio, cresciuto con la passione per la birra, Loreno, direttore commerciale e Alessandro, responsabile ricerca e sviluppo, hanno messo in piedi una piccola realtà che si è consolidata negli anni fino ad arrivare a sette dipendenti più i fondatori e 350mila bottiglie prodotte all’anno. Quel che è rimasta uguale è l’attenzione artigianale. "32 Via dei Birrai garantisce una cura del prodotto che le grandi aziende non possono permettersi – spiega Toffoli –. Immettiamo nuove birre sul mercato in maniera più lenta rispetto ai “big“, perché vogliamo perfezionare ciò che abbiamo e proporre prodotti che diventino dei punti di riferimento per il cliente, anche grazie al nostro laboratorio di analisi interno, un grande vanto. Il buon birrificio deve fornire uno standard e soprattutto costanza di qualità".

Il microbirrificio produce otto tipi diversi di birre, ognuno caratterizzato da uno specifico colore dell’iconica etichetta con il numero 32 realizzata dallo studio grafico “Novaidea” di Franco Vemdramin. Caratteristiche comuni, il formato da 75cl pensato per la condivisione, il fatto di non essere pastorizzate e la rifermentazione, possibile grazie alla maturazione di 15 giorni in bottiglia all’interno di una cella sigillata. 32 Via dei Birrai vanta un lungo elenco di riconoscimenti. È la prima in Italia certificata Slow Brewing, ente certificatore tedesco che seleziona birrifici d’alta qualità, con uso di pregiate materie prime e parametri microbiologici molto rigidi. Ha il bollino Iso 9001 di Dnv, che assicura elevata qualità dell’iter aziendale in ogni settore. E ancora: la certificazione No Ogm garantisce la totale assenza di contaminazione da Ogm, a partire dal luppolo di altissima qualità, grazie al quale 32 Via dei Birrai nel 2013 è stato il primo birrificio non belga a potersi vantare del prestigioso riconoscimento Houblon Belge.

Impegno ambientale e sociale sono da sempre alla base della filiera produttiva del microbirrifcio. Sulle bottiglie di vetro, la scritta Birra 32 è impressa in alfabeto Braille rendendole riconoscibili a tutti grazie al tatto. Per ogni bottiglia venduta, l’azienda devolve 3 centesimi alla scuola per bambini ciechi e ipovedenti della Fondazione Lucia Guderzo. Dal punto di vista della sostenibilità, l’azienda si impegna da anni nel riutilizzo delle trebbie come alimento per allevamenti selezionati, recupera il calore sviluppato dalla birra in fermentazione senza disperderlo nell’ambiente e lo usa per riscaldare l’acqua e sceglie imballaggi e confezioni riciclabili. "La cultura della birra è importante nel nostro Paese – ragiona Toffoli – ma potrebbe essere ancora più sviluppata. Nel nostro piccolo, ci stiamo provando". E 32 Via dei Birrai percorre anche la strada del “birraturismo“, con pacchetti tagliati su misura dei visitatore: da “Il mondo 32” con il quale è possibile scoprire cosa c’è dietro a una bottiglia, a “Homebrewers” per imparare tutti i segreti e realizzare la propria birra in casa. E tanto altro.