Baccanti, il regno del dio che danza. Potere, libertà e cambiamento svelati fra scena e musica elettronica

Il lavoro di traduzione e riscrittura intrapreso da Filippo Renda per attualizzare la tragedia greca. E lo spazio circolare (senza barriere) consente totale immersione nel dramma in corso sul palco.

Baccanti, il regno del dio che danza. Potere, libertà e cambiamento svelati fra scena e musica elettronica

Baccanti, il regno del dio che danza. Potere, libertà e cambiamento svelati fra scena e musica elettronica

“Baccanti, il regno del dio che danza“, diretto da Filippo Renda, dal 27 febbraio al 24 marzo al Teatro Litta, offre al pubblico un’interpretazione moderna delle tradizioni mitologiche greche anche attraverso la danza e la musica. L’ispirazione per lo spettacolo deriva dalle antiche leggende che circondano la figura di Dioniso, dio del vino, della festa e dell’estasi. La narrazione si concentra sul confronto tra Dioniso e Penteo, il re di Tebe, esplorando temi quali il potere, la libertà individuale e la trasformazione personale.

Il progetto si distingue per la capacità di rendere accessibili e attuali i temi mitologici, grazie a un approccio che combina rigore storico e creatività contemporanea. Uno spettacolo capace di avvicinare le nuove generazioni alla ricchezza della tradizione classica. Elemento distintivo è la trasformazione dello spazio scenico del Teatro Litta: la sala viene riconfigurata per offrire un’esperienza immersiva che rompe i confini tradizionali tra palco e pubblico.

Questa scelta crea un ambiente unico, dove gli spettatori sono invitati a “vivere“ lo spettacolo.

Arricchisce l’esperienza la presenza in scena della DJ Sofia Tieri: la sua selezione musicale, che spazia tra ritmi vibranti e melodie evocative, crea un ponte sonoro che accompagna e intensifica le dinamiche sceniche, immergendo il pubblico nell’atmosfera unica del “regno del dio che danza“.

L’integrazione all’interno del progetto tra la musica elettronica da ballo e il teatro non è solo una scelta artistica, ma un ponte necessario per dialogare con il pubblico contemporaneo, esplorazione audace e innovativa. "Attraverso l’unione di queste due forme d’arte intendiamo non solo attirare un pubblico diversificato, ma anche riscoprire e rivitalizzare l’antico legame tra corpo libero, rito, danza,

musica e arte".

Il cammino verso il debutto di “Baccanti, il regno del dio che danza“ è stato un percorso articolato e intensamente collaborativo, iniziato con il meticoloso lavoro di traduzione e riscrittura intrapreso da Filippo Renda.

Questo processo, durato un anno, ha posto le fondamenta per una reinterpretazione contemporanea della tragedia greca.

A novembre 2023 la compagnia ha dato il via alle prove, parallelamente la scenografa Eleonora Rossi ha intrapreso il compito di trasformare lo spazio scenico del Teatro Litta. La scelta di rimuovere le poltrone e adottare una disposizione circolare che dissolve le barriere tra artisti e pubblico creando uno spazio comune dove si intrecciano emozioni, pensieri e reazioni. "Anche se lo spazio circolare consente maggiore vicinanza e immersione nel dramma che si svolge, non si richiede al pubblico un coinvolgimento attivo – spiega Rossi –. Ciò è fondamentale per onorare il desiderio dello spettatore di rimanere un osservatore, di essere presente all’evento senza diventarne protagonista. Questo equilibrio permette a ciascuno di sperimentare lo spettacolo in modo personale, rispettando i propri confini emotivi e fisici". Altro aspetto cruciale la costruzione dei costumi, "un processo unico in cui le stesse attrici hanno partecipato attivamente".