Lo spazio vuoto che prende forma. Viaggio nell’ex scalo Porta Romana. La grande accelerazione dei lavori

I resti delle antiche officine e i nuovi palazzi: nei cantieri 300 operai, tre mesi di anticipo per il Villaggio. Il raccordo verde fra piazzale Lodi e il distretto Symbiosis sviluppato da Covivio: salviamo la memoria.

Lo spazio vuoto che prende forma. Viaggio nell’ex scalo Porta Romana. La grande accelerazione dei lavori

Lo spazio vuoto che prende forma. Viaggio nell’ex scalo Porta Romana. La grande accelerazione dei lavori

di Andrea Gianni

MILANO

Lo sguardo, da piazzale Lodi, si allarga sullo spazio vuoto dell’ex scalo Porta Romana che diventerà un "luogo nuovo" della città. Restano le tracce delle piccole officine che fino agli anni ’80 segnavano il panorama di un’area produttiva che ha cambiato volto. Nei cantieri lavorano ogni giorno circa 300 operai, che stanno edificando il Villaggio olimpico futuro campus per studenti in una città affamata di spazi residenziali. I moduli dei bagni sono già installati, le stanze stanno prendendo forma a grandi passi, grazie a lavori che stanno procedendo con tre mesi di anticipo rispetto alla tabella di marcia, con il conto alla rovescia che incombe verso l’appuntamento dei Giochi invernali del 2026, primo traguardo da tagliare, e verso i futuri step. Ci accompagnano nel viaggio nei cantieri l’ingegner Anna di Gironimo, head of development di Covivio, e l’ingegner Luca Mangia, di Coima. Colossi dell’immobiliare che, assieme a Prada Holding, sono in prima linea nella trasformazione di quella che ora appare come un’immensa area in costruzione dove sorgeranno nuovi uffici e case.

"Dobbiamo convivere con la presenza dei binari – spiega di Gironimo – che nella parte più a Est, quella di nostra competenza, verranno coperti creando una nuova piazza". Raccordi fra piazzale Lodi, piazza Olivetti e il distretto Symbiosis, dove sorgono le nuove sedi di multinazionali come Fastweb. Uno spazio per il lavoro e la creatività, con la Fondazione Prada che svetta all’orizzonte. "I lavori del Villaggio olimpico procedono velocemente – racconta Luca Mangia, direttore del Fondo Porta Romana – e il progetto cerca di rispettare la memoria storica del luogo". I muri degli storici edifici utilizzati dalle ferrovie, risalenti all’Ottocento e a inizio Novecento, sono stati salvaguardati.