"Il Trofeo Vanoni a Morbegno? Noi ci siamo"

L'intervista a Giovanni Ruffoni responsabile della «macchina organizzativa» che, sabato 22 e domenica 23 ottobre, manderà in scena lo storico Trofeo Vanoni

Giovanni Ruffoni presidente del Csi Morbegno

Giovanni Ruffoni presidente del Csi Morbegno

Morbegno, 21 ottobre 2016 - Giovanni Ruffoni, di professione agente di polizia municipale, presidente del Csi Morbegno e atleta, ma soprattutto responsabile della «macchina organizzativa» che, sabato 22 e domenica 23 ottobre, manderà in scena lo storico Trofeo Vanoni, gara internazionale di corsa in montagna.

Ruffoni, non sono troppi ruoli? «Come presidente mi devo assumere tutte le responsabilità, poi ci metto molto del mio perchè son partito circa 30 anni ad aiutare nell’organizzazione del Vanoni man mano che passano gli anni il Vanoni cresce e il lavoro cresce».

In questi giorni avete pulito il percorso. In che condizioni l’avete trovato? Gli atleti possono provarlo senza problemi? «Il percorso è in condizioni ottimali, grazie anche all’intervento degli operai del Comune di Morbegno. Tutti gli atleti possono andare sul percorso del Vanoni... e vi informo che ci sono anche tante castagne.

PRECARIO EQUILIBRIO  Giovanni Ruffoni presidente del Csi Morbegno  è impegnato anche come  atleta  (foto National Press  e Sergio Rocca)
PRECARIO EQUILIBRIO Giovanni Ruffoni presidente del Csi Morbegno è impegnato anche come atleta (foto National Press e Sergio Rocca)

Quali sono i punti di forza del Trofeo Vanoni? «Il principale è il pubblico, sempre numeroso e molto coinvolgente. In nessuna altra gara di corsa in montagna esiste un viale d’arrivo gremito di gente come la via Vanoni, per non parlare dei passaggi al Tempietto, ad Arzo e ai Bellini dove si corre in mezzo a due ali di folla.

I favoriti? «Penso che la lotta sia tra la nazionale francese, britannica e l’atletica Valli Bergamasche. A livello individuale Baldaccini è l’uomo da battere, mentre nelle donne sarà sfida tra Alice Gaggi e Pavla Shorna. Poi c’è il Minivanoni che è importante come il Vanoni dei grandi».

Non solo gare e agonismo...cos’altro offre il Trofeo Vanoni? «Prima di tutto rinnoviamo gli scambi di amicizia con le nazionali straniere, poi proseguiamo con un convegno sulla donna e la corsa in montagna, a seguire la sfilata con tutte le autorità, atleti e nazioni presenti al Vanoni, con la bandella di Morbegno a cui segue la Santa Messa in suffragio di tutta le persone che hanno fatto grande il Trofeo Vanoni e ci hanno lasciato in eredità questa tradizione.

Lei sarà anche in gara? «Quest’anno sarà la 37ª volta consecutiva. Ci tengo a specificare che ho corso anche 6 volte il Minivanoni da ragazzo. Una volta raggiunta la maggiore età sono passato al Vanoni. Le energie sono invecchiate come il sottoscritto, però la voglia di Vanoni è tanta e quindi sento poco la fatica».

In questi ultimi anni la corsa in montagna “classica” ha perso un po’ di interesse, mentre sky, vertical e trail sono molto di moda... «Purtroppo non è la corsa in montagna “classica” che è cambiata, ma è la gente che corre in montagna che è cambiata. La base per ridare spessore alla corsa in montagna tradizionale è lavorare sui giovani e far capire cos’è la corsa di in montagna, quali sono le regole da rispettare, mettendo in risalto le caratteristiche di questa disciplina e il senso di appartenenza alla propria società dove, pur correndo individualmente, tutti assieme si porta in alto anche la  squadra. Purtroppo  tante belle gare estive che ho corso per anni hanno pochi partenti perchè le nuove gare (sky, vertical, trail ndr) hanno tipi di corsa e caratteristiche organizzative più permissive, con regole molto elastiche».

paolo.croce@ilgiorno.net