Don Backy in concerto conquista Tresivio /FOTO

Per il cinquantennio di carriera di uno tra i più grandi cantautori italiani un festeggiamento del tutto valtellinese

Tresivio, Don Backy in concerto (National Press)

Tresivio, Don Backy in concerto (National Press)

Tresivio (Sondrio), 20 giugno 2016 - La poesia e la vibrante voce di Don Backy (pseudonimo di Aldo Caponi), nella serata di sabato, sono state in grado di far vivere - o, per meglio dire, rivivere - ai fan che hanno presenziato all’evento artistico attimi di intensa e reminiscente suggestione. A partire dalle ore 21 e presso il cortile del Palazzo comunale di Tresivio, infatti, si è svolto l’atteso incontro con il compositore che ha iniziato a redigere e continua a scrivere uno tra i capitoli più appassionati dell’intera storia della musica italiana

A conferire l’avvio ufficiale al concerto Enrico Ramponi, noto cantante della nostra valle che attraverso una perseverante corrispondenza messaggistica con «il poeta» e la propria devota ammirazione nei suoi confronti - senza dimenticare, ovviamente, il prezioso supporto offerto dal sindaco locale Fernando Baruffi e dai principali enti territoriali - a fare in modo che questo tanto bramato appuntamento potesse realizzarsi nel concreto. Dopo un commosso ed introduttivo discorso di ringraziamento, l’artista ha preparato l’ingresso sul palcoscenico del collega toscano cantando ed accompagnando la propria voce con il suono di una chitarra; il testimone è perciò stato presto consegnato alle sapienti mani di colui che ha saputo dare vita ad un entusiasmante spettacolo dal vivo. 

Intenzionato a proporre e ripercorrere melodicamente le più simboliche stagioni della propria cinquantennale carriera, il portentoso maestro d’arte è stato protagonista di un ritorno sulla scena in grande stile, in un clima di partecipazione ed entusiasmo collettivo che si è realizzato sulle note di alcuni tra i maggiori successi di una vita; tra questi è opportuno menzionare “Casa bianca”, “Canzone”, “Bianchi cristalli sereni”, “Cronaca”, “Sognando”, “Un sorriso”. A chiudere il cerchio è però stata “L’immensità”, brano presentato per la prima volta insieme a Johnny Dorelli al Festival di Sanremo 1967 e poi riproposto da personaggi della levatura di Mina, Milva oppure ancora Gianna Nannini; «l’importanza di questa canzone - ha spiegato lo stesso Don Backy, propenso a far precedere la presentazione di ogni singolo pezzo da una chiosa di commento -  è legata al particolare invito che volge alle persone di qualsiasi età o genere, ossia quello di ricordarsi di non essere mai anime sole al mondo».

Insomma, si è senza dubbio trattato di un incontro che, oltre ad aver contribuito a riportare sulla scena una genuinità di contenuti che solamente pochi individui sono capaci di esprimere appieno, ha costituito il realizzarsi di una magica condivisione di emozioni in nome di «una capacità a cui oggigiorno si presta scarsa attenzione: quella che conduce ad avvertire una sensazione di autentico stupore». Ed è proprio con questa osservazione che l’affermato prodigio della canzone nazionale, con un’intensa dose di applausi ed altrettanta acclamazione, proferisce un altro “arrivederci” alla nostra accogliente provincia che - in passato - già ebbe modo di farlo affezionare.