
Tuffi "proibiti" nel Lario, un paradosso tutto comasco
Immancabili, come un tributo all’arrivo della bella stagione, sono tornati i tuffi “proibiti“ nel primo bacino del Lario. Nonostante i cartelli di divieto, scritti in più lingue, in pochi resistono alla tentazione di un bagno che però di rigenerante ha ben poco, specie nell’area di fronte al Tempio Voltiano, nel punto in cui nel lago si riversano le acque del torrente Cosia. A più riprese la Goletta Verde di Legambiente ha classificato come fortemente inquinate le acque in quel tratto, colpa del fiume che raccoglie gli scarichi del depuratore cittadino. Ciononostante i turisti si tuffano come fossero al mare. A influire è anche la mancanza di alternative perché in città, ormai da anni, le piscine sono merce rara. Quella di Muggiò è chiusa da quattro anni e la Piscina Sinigaglia è interessata in questo periodo da una serie di interventi di manutenzione e non riaprirà prima di ottobre.
Un paradosso tutto comasco denunciato anche da Barbara Minghetti di Svolta Civica, che ha invitato l’amministrazione ad aprire un tavolo con le associazioni e gli operatori privati per ottimizzare la gestione dei pochi impianti a disposizione. "Como città di lago e nessuno può fare il bagno quest’estate – spiega –. Il lido di Villa Olmo ha la piscina per il nuoto libero dalle 10 alle 18: chiediamo che siano ampliati gli orari d’apertura. Como Nuoto apre agli esterni, ma solo per corsi: potrebbe garantire ore di nuoto libero. La Canottieri o lo Yacht Club hanno piscine piccole, non adatte al nuoto, ma potrebbero essere adatte a corsi per bambini". R.C.