REDAZIONE SONDRIO

Troppa neve, Confortola dice no al Gasherbrum

"La vita è la cosa più importante e quindi non voglio oltrepassare i limiti e correre dei rischi"

Niente Gasherbrum I per Marco Confortola. A volte ci vuole coraggio a dire di no, a effettuare una scelta dolorosa ma necessaria, a saper dire "io mi fermo" quando si capisce che il rischio è troppo alto. "La vita è la cosa più importante e quindi io non rischierò mai oltre i limiti, la prima cosa è portare a casa la pelle". Questo, in estrema sintesi, un concetto tanto caro a Marco Confortola che l’ha espresso più volte nel corso della sua carriera. E, ieri, è successo proprio questo. Nella nottata di martedì il Selvadek della Valfurva, giunto in mattinata al Campo 4, ha attaccato la vetta del Gasherbrum I (8.068 metri fra Cina e Pakistan) insieme al suo compagno di cordata Mario Vielmo con la ferma intenzione di arrivare in cima e scalare così il suo 12° ottomila, sui 14 presenti sulla Terra. Un altro passo verso la leggenda. Ma una volta raggiunti i 7.700 metri di quota, a "soli" 300 metri dalla vetta e cioè prima dell’ultimo strappo, Confortola, come riportato sui suoi social, ha "ritenuto che i canali, quelli principalmente esposti, siano troppo carichi di neve e quindi troppo pericolosi. A malincuore, ma Marco ha deciso quindi di rinunciare ad arrivare in vetta e di rientrare". Un vero peccato perché il furvasco per questa impresa, l’ennesima della carriera, si è preparato, come sempre, a puntino per tutto lo scorso inverno e per tutta la primavera e l’inizio dell’estate. Dopo aver rinunciato, a causa del Covid 19, al Nanga Parbat (8.126 metri), che insieme al Kanchenjunga (8.586 metri) manca al valtellinese per entrare insieme a pochi eletti nel ristretto novero di chi è riuscito a salire su tutti gli 8.000 della terra, Confortola era riuscito ad allestire, in fretta e furia, la spedizione per il Gasherbrum I ed è in Pakistan ormai da un mese. Tutto stava procedendo per il meglio e tutto lasciava presagire ad un successo di questa spedizione che ieri avrebbe dovuto sancire la conquista del GI. E invece Marco, guidato dal suo istinto, verso le 4 di notte (locali) di ieri, ha ritenuto troppo pericoloso attaccare la vetta e ha così deciso di rinunciare. Nel pomeriggio di ieri Marco è arrivato al Campo Base, nei prossimi giorni ritornerà in Italia pronto a raccontare questa avventura fermatasi a poche centinaia di metri dall’arrivo.

Fulvio D’Eri