"Rifiutò di farmi lavorare, ho acceso il fuoco"

Sondrio, ha confessato il senzatetto arrestato tre giorni fa dalla Polizia di Stato per tentato omicidio di uno svizzero e incendio doloso

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di Michele Pusterla

"Quando bevo non capisco più quello che faccio. Mi sono reso conto, poi, di quanto grossa l’ho combinata".

Ha reso piena confessione davanti al gip Antonio De Rosa, nell’interrogatorio di convalida del suo arresto, il 39enne disoccupato originario di Mossini, Gianluigi Della Marianna, arrestato alle 16.40 di giovedì 16 giugno dagli agenti delle Volanti della questura di Sondrio.

Pesanti come macigni le accuse a suo carico che, dopo le formalità di rito negli uffici di via Sauro, lo hanno fatto finire dritto dritto nel carcere sondriese di via Caimi, come anticipato ieri da “Il Giorno“: tentato omicidio e incendio doloso aggravato.

Della Marianna, conosciuto come Gigi dagli altri senzatetto come lui, una vita ai margini, solo, papà morto, mamma in Casa di riposo, le notti trascorse in un container abbandonato alla periferia della città, un tentativo di disintossicarsi dall’alcol intrapreso con un percorso al Sert, poi fallito, qualche piccolo precedente alle spalle per furti, ubriachezza molesta, procurato allarme e qualcosa d’altro, a riempire due pagine del casellario giudiziario, quel giorno - come altre volte in precedenza - ha raggiunto l’orto di via Giuliani, dove in passato lo svizzero Antoniu Hubertus Triet, classe 1939, lo aveva coinvolto nei lavoretti all’appezzamento di alcuni amici sondriesi che lo svizzero viene spesso a trovare nel capoluogo valtellinese. Triet si prende cura con passione di quel piccolo fazzoletto di terra e, talvolta, si è fatto aiutare da Della Marianna, in cambio di un paio di panini, di una piccola bottiglia di birra, di una modesta mancia.

"Ma giovedì ha rifiutato di farmi lavorare e io ho perso la testa, in quanto avevo bevuto", ha confessato il 39enne durante l’audiointerrogatorio dal carcere.Lo svizzero, che una volta riavutosi dal grosso spavento ha presentato denuncia, vista l’aggressività e le minacce del sondriese si è rinchiuso, in tutta fretta, nella baracca in legno degli atrezzi agricoli. Della Marianna, allora, ha appiccato il fuoco con un accendino, in seguito sequestrato dai poliziotti, ed è fuggito.

La vittima, accortasi in tempo delle fiamme, non lontane dalle bombole del gas, è uscita, mentre i pompieri hanno domato il fuoco che ha divorato la piccola capanna. Gli agenti del dirigente Lucia Vitali, che già un’ora prima l’avevano incrociato con un altro sbandato in via Vanoni, vicino a un supermercato, hanno mostrato le foto segnaletiche all’elvetico che ha riconosciuto l’aggressore, rintracciato circa un’ora dopo. Il gip non ha convalidato l’arresto per mancata flagranza del reato, ma ha disposto che Della Marianna resti in carcere, come chiesto dal pm Marialina Contaldo. L’avvocato Maurizio Carrara valuterà ora se chiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito.