Piuro, ripartono ruspe e scavi nella Pompei delle Alpi

A Mot del Castel c’è un villaggio medioevale distrutto e sotterrato dalla frana che nel 1618 si staccò dal Monte Conto: lì sono seppellite circa mille persone

Gli scavi a Piuro, nell’area in località Mot del Castel

Gli scavi a Piuro, nell’area in località Mot del Castel

Piuro (Sondrio) - ​Sono ripresi gli scavi a Piuro, la "Pompei delle Alpi", nell’area in località Mot del Castel dov’è sepolto il villaggio medioevale distrutto nella frana che il 4 settembre del 1618 si staccò dal Monte Conto. Proprio come a Pompei nell’antica Piuro trovarono la morte non meno di un migliaio di persone, solo che non furono vittime di un’eruzione vulcanica ma di una frana di quattro milioni di metri cubi di roccia e fango che cancellò l’intero centro abitato.

I pochi superstiti si salvarono perché abitavano nelle frazioni e grazie alle loro testimonianze fu possibile ricostruire l’accaduto. Già all’inizio dell’anno sulla Val Bregaglia si abbatterono piogge torrenziali e gli abitanti di Piuro si preoccuparono ricordando la leggenda, racchiusa fin nel nome del loro paese, legata all’alluvione del Mera che nell’antichità spazzò il loro villaggio che all’epoca si chiamava Belforte. Secondo la tradizione Piuro fu ricostruito successivamente più a valle con il nome di Prore, come risulta anche in un documento datato 973, e per alcuni il suo nome deriva da "plorare" ovvero piangere in omaggio a quella prima tragedia.

Fin qui la leggenda, mentre la frana del 4 settembre 1618 è storia, le cronache successive all’evento riportano la testimonianza di alcuni contadini che durante l’estate avvertirono scosse di terremoto e notarono delle fessure che si erano aperte sul fianco del Monte Conto. A settembre del 1618 tornarono le piogge torrenziali e la sera del primo giorno di sole dal versante settentrionale del Mottaccio, la frana si staccò travolgendo il paese. Una specie di Vajont ante litteram, da sessant’anni al centro di una serie di campagne di scavo organizzate dal Comune in collaborazione con l’Associazione italo-svizzera degli Scavi di Piuro.

La campagna di scavi è ripartita ieri proseguirà fino al prossimo 24 giugno, in due turni da due settimane di scavo che coinvolgeranno una trentina di volontari la maggior dei quali sono studenti che riceveranno, in cambio del loro lavoro, vitto e alloggio oltre ai crediti formativi. Tutte le attività verranno compiute sotto la supervisione del professor Fabio Saggioro, professore di Archeologia medioevale all’Università di Verona.