Livigno, undici distributori nei guai: accusati di cartello sul prezzo della benzina

Ispezioni nelle sedi dopo la segnalazione della Guardia di Finanza. I consumatori: caso nazionale

Guardia di finanza a Livigno

Guardia di finanza a Livigno

LIVIGNO (Sondrio) - Sono finiti addirittura al centro di un’istruttoria dell’Antitrust undici gestori di altrettanti impianti di rifornimento di Livigno, sospettati di essersi messi d’accordo tra di loro, ovvero fatto "cartello", per vendere allo stesso prezzo benzina e diesel. Tutto è partito dalla segnalazione della Guardia di Finanza che nel dicembre scorso aveva avvisato l’autorità garante di un presunto cartello tra le società di gestione risalente addirittura al 2012.  L’Antitrust ha potuto verificare che dal 2014 ad oggi i dodici impianti di distribuzione di carburante che si trovano a Livigno hanno sempre praticato lo stesso prezzo per benzina e gasolio. "Che a Livigno gli impianti di rifornimento da anni applicassero tutti lo stesso prezzo è un fatto risaputo – spiega Donato Marveggio, presidente della Federazione italiana gestori impianti di carburanti di Sondrio – Attenderemo gli esiti dell’istruttoria dell’Antitrust rispetto al comportamento dei singoli gestori che in quanto privati si approvvigionano sul mercato dei carburanti. Mi sembra difficile che siano coinvolte anche le società di distribuzione, rispetto alle quali i gestori hanno un margine che varia dall’1,5% all’1,7% e comunque devono fare riferimento a un prezzo consigliato".

L’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza servirà a stabilire se i prezzi dei carburanti a Livigno, a causa del presunto cartello, siano aumentati più di quanto ci si sarebbe potuto attendere in presenza di una libera concorrenza tra operatori, a danno dei consumatori. Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi di alcune delle società interessate con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. "Ottima notizia, ma non basta – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Attendiamo un procedimento che riguardi le speculazioni avvenute in Italia".