REDAZIONE SONDRIO

"Adorate montagne, ricomincio da qui": la storia di un ex guida alpina

Tutto è cominciato dopo il brutto incidente sul ghiaccio. La nuova avventura di Jacopo Merizzi si chiama "Il Cortese"

Jacopo Merizzi

Chiesa Valmalenco, 11 agosto 2016 - Guida alpina, pubblicista, fotografo, padre del sassismo, il sondriese Jacopo Merizzi a 57 anni ha iniziato una nuova avventura. Non ha aperto nuove vie alpinistiche, bensì un’attività imprenditoriale nella sua amata Chiareggio, la splendida Valle del Comune di Chiesa Valmalenco, situata in una suggestiva conca a 1600 metri, uno spicchio di Engadina in Valtellina. Da qualche giorno infatti Jacopo e la moglie Michela accolgono gli ospiti nel loro Bed & Breakfast «Il Cortese», nome emblematico preso dal nonno di Jacopo che ha deciso di ristrutturare l’antica casa di famiglia nella piana di località Corte - guarda il caso - a Chiareggio. Pochi posti letto, 4 camere accoglienti e dotate di tutti i comfort pur mantenendo, diciamo, la peculiarità alpina.

Jacopo Merizzi con un amico fra le sue adorate montagne
Jacopo Merizzi con un amico fra le sue adorate montagne

In un periodo di grande crisi in tutti settori, turismo compreso, è una sfida? «Sì, una sfida che mi ha coinvolto molto. La Valle di Chiareggio è una delle più belle in Valtellina, un’oasi macchiata dal ghiaccio che si vede anche d’estate. Chiareggio è rimasta con poche case, direi da alpinista che è molto più bella dell’Engadina, è più impattante, una bocca di luce unica. Se l’avessero gli svizzeri questa meraviglia... Tutto nasce dopo l’incidente (Merizzi nel 2010 cadde mentre scalava una cascata di ghiaccio a Bormio riportando gravissime lesioni, ndr.) e mi sono detto: ora che faccio?. Il mio lavoro di alpinista è di alto livello, ma con quel brutto incidente come avrei potuto continuare, anche se poi sono tornato ad arrampicare. Così il cambio radicale, ci siamo lanciati. Abbiamo deciso di ristrutturare la casa paterna risalente ai primi del ‘900, tanto amata dalla mia famiglia e aprire un B&B. È piccolino, 4 camere, abbiamo aperto da qualche giorno, gli ospiti ci sono e sono molto soddisfatto».

MIL35A_WEB
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Tanto entusiasmo ora nonostante le lungaggini burocratiche, quasi 5 anni per ottenere permessi, autorizzazioni, nullaosta. Avrà pensato di mollare? «Beh sì. Ma ormai è passato. Ho toccato con mano quanto sia difficile in Italia intraprendere qualche cosa ed avere a che fare con la burocrazia. Piano regolatore comunale, Regione, sovrintendenza di Milano in quanto la villa, la prima costruita a Chiareggio, è sotto vincolo. Devo dire grazie all’architetto Gianfranco Comi che ha progettato la ristrutturazione della casa e nei momenti di sconforto mi ha spronato a non mollare, grazie anche a mio padre che da vecchio ingegnere mi ha dato preziosi consigli. La struttura è coibentata, passato e futuro si fondono in modo armonico. Internet con l’antica stufa in maiolica del 1848. Guardiamo all’oggi. Sono molto entusiasta, anche gli albergatori di Chiareggio mi hanno aiutato. I costi mi chiede? Ingentissimi, più alti delle previsioni».

Nella piccola Chiareggio ci sono cinque alberghi, mentre nella «grande» Chiesa ne sono rimasti solo tre. «È vero. Ho scritto tanto di turismo, e ora sto toccando proprio con mano questo settore. Io punto sulla qualità e, penso, che se in tutta la Valtellina si alza il livello di proposta turistica i risultati si ottengono. Qualità dunque in tutti i sensi. Se avessi avuto la casa paterna in altre zone della Valle devastate dal cemento non avrei aperto un B&B. Chiareggio è rimasta come un tempo. Non bisogna violentare la natura, l’ambiente va tutelato».

Lei ha un obiettivo: portare le testate della Valmalenco ad essere riconosciute Parco nazionale. «E’ una priorità battermi per questo obiettivo. Vorrei che si arrivasse come negli Stati Uniti con i parchi americani. Ci sono tour negli States solo per visitare i grandi parchi. Perchè non qui da noi arrivare ad ottenere il riconoscimento a Parco nazionale delle grandi testate? Certo sono già vincolate con i Sic (Siti di importanza comunitaria, ndr.), ma non hanno titolo. E’ un errore confondere il parco con la riserva. Oltre alla protezione della natura c’è il paesaggio. Guardi mi emoziono a parlare di queste cose».