Gallivaggio, processione e Messa in ricordo della frana

A San Giacomo centinaia di fedeli

Il pellegrinaggio in ricordo della frana dei Gallivaggio

Il pellegrinaggio in ricordo della frana dei Gallivaggio

Sondrio, 31 maggio 2019 - «Sappiamo che ci vorrà parecchio tempo, ma il santuario di Gallivagio è molto importante per tutta la comunità e deve essere riparato. Così che, chiudendo le brecce che si sono aperte nella sua struttura, si possano risanare le ferite all’interno dei cuori di tutti». Così il vicario episcopale per la Valtellina e la Valchiavenna, don Corrado Necchi, nel corso della Messa per ricordare la frana che si è abbattuta sulla valle Spluga un anno fa. Con lui numerosi sacerdoti a partire da monsignor Andrea Caelli. Una processione - con doppia partenza, una dalla località Castagneto, frazione di San Giacomo Filippo, l’altra da Lirone, frazione di Campodolcino - che ha raccolto numerose persone lungo la variabile stradale sottostante il santuario per la recita del rosario e la Messa commemorativa.

Il 29 maggio 2018, alle 16.30 circa, oltre 7mila e 500 metri cubi di materiale si sono abbattuti sul luogo sacro, nel territorio comunale di San Giacomo Filippo. Per alcuni mesi 1.500 abitanti della val san Giacomo sono rimasti isolati a causa della chiusura, dettata da motivi di sicurezza, della strada statale 36. Il luogo sacro, che inizialmente sembrava essere stato risparmiato dal violento impatto dei massi, ha subito diversi danni strutturali, e non solo.

I tempi per poter avviare i lavori sono ancora lunghi – non prima del 2020 – e i fondi necessari per rendere nuovamente fruibile ai fedeli il luogo di culto, oltre 6 milioni di euro, non sono ancora a disposizione. Nei mesi scorsi è stata avviata, tramite l’apertura di un apposito sito internet, la raccolta fondi per finanziare il restauro. Il progetto verrà suddiviso in tre fasi distinte. Per prima cosa sarà necessario procedere alle opere di consolidamento della struttura del santuario. Oltre a riparare i danni che la frana ha causato ai muri e alle volte si provvederà a ricostruire completamente il tetto. Il secondo step riguarderà l’avvio dell’opera di restauro degli affreschi, dell’intonaco e degli stucchi. In ultimo, si procederà al ricollocamento degli arredi sacri evacuati prima della frana.