Elicottero caduto in Valmasino: "Le indagini non si fermino"

Dopo l’incidente del 2015 la Procura chiede l’archiviazione ma le famiglie delle vittime si oppongono

Agostino Folini (Orlandi)

Agostino Folini (Orlandi)

Sondrio 3 novembre, 2017 - L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo è convinta si sia trattato di un fatale errore umano, la Procura di Sondrio chiede quindi l'archiviazione delle indagini ma i familiari delle vittime non ci stanno e vogliono che si continui a indagare per fare piena luce sulla tragedia dell'elicottero dell'Elitellina, che il 31 luglio del 2015 si schiantò contro la parete rocciosa della Cima di Zocca, in Valmasino. Persero la vita il pilota Agostino Folini e gli altri due membri dell'equipaggio, l'operatore di terra Marco Gianatti e il motorista Stefano Olcelli, e sono i loro cari ora a chiedere che non si smetta di indagare. Il prossimo 7 novembre, infatti, il Giudice per le indagini preliminari sarà chiamato a decidere se accogliere la domanda di archiviazione dell'inchiesta aperta per omicidio colposo a carico di ignoti (avanzata dalla procura di Sondrio) oppure disporre la proroga delle indagini, come vorrebbero i familiari delle tre vittime.

Quel 31 luglio l'elicottero pilotato dall'esperto Folini ripartì dal rifugio Marinelli in direzione della Val Codera dopo aver lasciato due escursionisti. Il volo sarebbe dovuto durare 15 minuti e soprattutto il velivolo avrebbe dovuto trovarsi più in alto rispetto a ai 3174 metri di altezza della Cima di Zocca contro la quale si è invece tragicamente schiantato disintegrandosi. L'elicottero Ecureuil B3 infatti non era dotato di una scatola nera e dunque non esistono registrazioni delle conversazioni di bordo che avrebbero potuto aiutare a chiarire che cosa fosse successo. Tra le ipotesi avanzate dopo l'incidente c'è quella di una fitta nebbia che avrebbe avvolto l'elicottero. Un elemento che, insieme al probabile guasto all'altimetro di bordo, avrebbe fatto credere al pilota di trovarsi più in alto di quanto effettivamente non si trovasse.

Nelle scorse settimane è arrivata la relazione d'inchiesta dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), secondo la quale si trattò di fattore umano. Dall'esame del relitto l'Ansv ha concluso l'assenza di problemi di natura tecnica e sarebbe stato accertato che il motore stesse erogando potenza al momento dello schianto. L'Ansv imputa invece alle condizioni meteo il ruolo decisivo nella tragedia. Ci sarebbe stata infatti scarsa visibilità sulle vette alpine, con la presenza di «montagne oscurate«. «La decisione del pilota di continuare il volo in condizioni marginali di visibilità parrebbe essere stata indotta da una inadeguata valutazione del rischio - si legge nell'analisi Ansv - associato al rapido deterioramento della situazione metereologica. L'impropria percezione delle reali condizioni di volo avrebbe così favorito il passaggio da una condizione di volo VFR/VMC a una condizione di volo IMC, con conseguente perdita della situation awareness da parte del pilota«. In sostanza, il repentino cambiamento delle condizioni di meteo avrebbe pregiudicato il controllo del tragitto al pilota. Ma secondo i familiari di Folini, che si sono rivolti ad esperti per una contro perizia, l'indagine non può essere archiviata come errore umano e si oppongono quindi alla richiesta della Procura.