Confortola, silenzio sulle accuse e nuova missione

Valfurva, l’alpinista criticato per non avere esibito le prove dell’ultimo 8mila si prepara a scalare il Nanga Parbat. Stavolta col Gps

Marco Confortola

Marco Confortola

Valfurva (Sondrio), 4 giugno 2022 -  Marco Confortola tira dritto e si prepara ad attaccare il Nanga Parbat con l’ausilio di un rilevatore Gps che permetterà di conoscere l’esatta posizione in ogni momento e quindi di certificare il matematico approdo in vetta. Il cacciatore di ottomila non ha voluto replicare alle polemiche, sorte sul web e poi riprese anche dal nostro giornale nella giornata di ieri, in merito alla sua ultima performance: l’ascesa sul Kanchenjunga (8.592 metri di altezza) centrata il 5 maggio scorso e che gli ha permesso di conquistare la 12esima delle 14 vette sopra gli 8.000 metri presenti sulla terra.

La polemica è nata nei giorni successivi alla conquista del Kanchenjunga ed è divampata negli ultimi giorni su alcuni siti di settore, in primis ExpolorersWeb, che hanno messo in dubbio l’impresa. In poche parole il sito si chiede come mai Marco non abbia postato un’immagine di lui in vetta. L’unica immagine è quella dell’orologio che segnava gli 8.592 metri e cioè l’altezza del Kanchenjunga. In verità ce ne è anche un’altra che ritrae rocce vicino alla vetta ma senza nessuna persona inquadrata. Dubbi, sempre dai suoi detrattori, anche sulla foto di quel meraviglioso "mare bianco" postata dal suo team che sembrerebbe essere il ritaglio di una foto di un altro alpinista. Infine l’olandese Wilco Van Rooijen, sempre riportando quanto apparso su ExplorersWeb, ha detto di aver sentito da uno Sherpa che Marco non era riuscito ad arrivare in vetta. E anche che Marco gli ha mostrato delle foto sul telefonino nelle quali era vicino alla cima… con alcuni alpinisti che si arrampicavano più in alto. Illazioni? Dicerie? Invidia verso un alpinista che, abilmente, riesce ad essere mediatico e non "orso"? Oppure le voci sono fondate? Marco Confortola, interpellato da noi, non ha voluto replicare. Lui, il cacciatore di 8000, sta già pensando alla tredicesima vetta, il Nanga Parbat (8.126 metri) per il quale sta preparando la spedizione dopo che i controlli clinici ai quali si è sottoposto a Milano, dopo l’oftalmia e alcuni disturbi accusati dopo la discesa dal Kanchenjunga, hanno dato esito positivo.

E poi, tra un po’ di tempo, magari quando avrà conquistato anche il Gasherbrum I e completato tutti gli 8000 entrando nella leggenda, dirà la sua verità su questa storia. Se ne avrà voglia. Per ora fa spallucce e si getta sulla prossima avventura: l’attacco al Nanga Parbat che, come ci hanno riferito dal suo team, "farà con l’ausilio di un Garmin" così sarà possibile seguirne la scalata passo dopo passo. Così facendo le polemiche staranno a zero.