Chiavenna, pazienti dalla Svizzera per salvare l’ospedale

Accordo con i vicini della Val Bregaglia. Per ora un’ambulanza in comune. "Presto pronti a ricoverare chi arriverà qui"

Ospedale (foto repertorio)

Ospedale (foto repertorio)

Chiavenna, 23 ottobre 2019 -  Se mancano i pazienti e l’ospedale rischia, basta importarli da oltre confine. La collaborazione con i vicini svizzeri offre nuove speranze all’ospedale di Chiavenna. Per ora, un primo passo: un’ambulanza condivisa dalla Val Bregaglia, Confederazione elvetica, e dall’italiana Valchiavenna. Ma il progetto “sanità a confronto” ha altre ambizioni: unire, almeno in parte, l’offerta sanitaria dei due territori di confine.

«La nuova ambulanza dell’ospedale di Chiavenna – sottolinea il presidente dell’assemblea dei sindaci di zona Roberto Scaramellini – opererà sia in Italia, sia in Svizzera. Per ora i pazienti non verranno ricoverati in strutture di qua del confine, ma si punta ad avere le risorse utili a portare qui i degenti che vivono nel vicino Cantone». Il progetto triennale – che vede coinvolti, oltre all’assemblea dei sindaci, anche L’Azienda socio sanitaria territoriale Valtellina e AltoLario e il Centro sanitario Bregaglia – al momento, è stato finanziato con un milione e 200mila euro, provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale ma, nelle prossime settimane «i soggetti interessati – prosegue Scaramellini – si riuniranno attorno a un tavolo per fissare tutti gli accordi».

Il progetto , infatti, non si limita unicamente all’utilizzo di un’ambulanza condivisa: «Verranno introdotte nuove strumentazioni per il pronto soccorso dell’ospedale di Chiavenna – aggiunge – e uno dei padiglioni della struttura italiana verrà rivisto per ospitare pazienti cronici con la prospettiva, una volta individuate le risorse, di ricoverare anche malati provenienti dalla svizzera. A breve, inoltre, partirà un master, in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano, per la formazione di 20 infermieri. Mi auguro che sarà possibile vedere i risultati di questo progetto già nel corso del 2020».

E in una stagione nella quale la sanità lombarda fa i conti con le difficoltà di bilancio e la “razionalizzazione” dei piccoli ospedali, attirare pazienti dall’estero potrebbe essere decisivo nella “concorrenza” con altre piccole realtà. Non tutto, però, è deciso. Sullo sfondo, il progetto che riguarda la realizzazione di un ospedale di prossimità attraverso la telemedicina, ovvero con la possibilità di effettuare esami diagnostici – come ecografie o radiografie – direttamente a domicilio, senza che il paziente debba recarsi all’ospedale. «Speriamo di riuscire a ottenere i primi risultati il prossimo anno», chiude Scaramellini.