Lo smart working? Altro che agile: "Organizzate meglio la giornata"

Il decalogo dello psicologo per non cadere nelle trappole del lavoro da casa e finire in esaurimento

Difficile, soprattutto per le giovani mamme, conciliare lavoro e famiglia

Difficile, soprattutto per le giovani mamme, conciliare lavoro e famiglia

Rho (Milano), 20 novembre 2020 Tutt’altro che semplice e scontato, lo smart working può essere complesso da gestire. Perché? Si commettono errori e ci sono aspetti che non vengono considerati ma, a lungo andare, possono influenzare negativamente la performance, generare stress e burnout. Per esempio? Iniziare la giornata di smart working in cucina e poi cambiare stanza della casa ogni ora per assecondare le esigenze della famiglia. Dunque? Meglio addestrare chi lo attua. Da qui nasce l’idea di Steve Benedettini, psicologo, psicoterapeuta, coach e formatore di Alpha Network di Rho di organizzare un primo webinar e illustrare un decalogo da seguire per non subire gli effetti collaterali.

Perché lo smart working richiede una formazione?

"Quando si parla di smart working o lavoro agile, spesso si pensa che basti avere un computer ed un luogo in casa o azienda dove posizionarsi. Molti pensano che non avere orari, non avere l’obbligo di indossare giacca e cravatta, un capo che ti controlla, renda tutto molto più facile. In realtà lo smart working può essere complesso da gestire, perché cambiano i parametri di efficienza lavorativa, di motivazione ed organizzazione personale, di stress, di comportamenti e di comunicazione, che possono influenzare positivamente o negativamente le performance di chi lavora".

La prima cosa da fare?

"Sicuramente bisogna organizzare bene la postazione di lavoro, che deve essere adeguata, sicura, con tutti gli strumenti tecnologici a disposizione. Per esempio lavorare tutto il giorno in una stanza poco illuminata o avere un monitor del pc non adatto può influenzare negativamente".

La seconda?

"Bisogna organizzare bene la giornata dandosi una disciplina personale e un timing: colazione, inizio lavoro sempre alla stessa ora, mantenere la pausa pranzo e decidere un orario entro il quale spegnere il pc. E magari mettere sulla porta della stanza dove lavoriamo un cartello con la scritta ‘Do not disturb’ per essere sicuro che gli altri componenti della famiglia sappiano che stai lavorando, proprio come se fossi in ufficio".

Quali sono i rischi di uno smart working improvvisato?

"Fondamentalmente due: o si diventa iper produttivi e non si riesce a staccare mai dal lavoro con conseguenze per i rapporti famigliari o al contrario ipoproduttivi, quindi poco motivati. Il lavoro in solitaria può logorare e diventare fonte di stress, ma anche di insonnia o altri disturbi".

Qualche consiglio per evitare l’esaurimento?

"Prevedere nel corso della giornata dei tempi di recupero mentale, in ufficio sono meno importanti perché l’interazione con i colleghi aiuta a mantenere l’assetto mentale. A casa da soli, invece tutti ne hanno bisogno: due minuti ogni 25 minuti di attività, quando ciò è possibile, oppure 5 minuti ogni 2 ore. Se lo stress è più consistente, un quarto d’ora ogni due ore. Fare dei piccoli esercizi per muoversi e abbandonare la scrivania, alzarsi e andare in cucina con la scusa del caffè, fare due rampe di scale, 20 esercizi di respirazione Tai Chi e guardare fuori dalla finestra, il nostro occhio si rilassa molto quando guarda l’infinito e anche se non abbiamo un bel panorama davanti a casa fa molto bene".