L’influenza 2024 non è ancora finita, anzi. Ecco perché e cosa ci aspetta

Sino a oggi si sono ammalati 11 milioni di italiani ma alla fine si potrebbe arrivare sino a 15. Il coktail di virus e la peggior ondata della malattia da 15 anni a questa parte

Non solo influenza ma anche un coktail di virus

Non solo influenza ma anche un coktail di virus

Milano, 12 febbraio 2024 - Pensavate o speravate che la stagione dell’influenza fosse finita invece ne avremo ancora per qualche settimana anche grazie agli sbalzi climatici che non aiutano e ad altri virus in circolazione.

Undici milioni a letto

Sino ad oggi si stima che più di 11 milioni di italiani siano finiti a letto con l’influenza, la peggiore ondata degli ultimi 15 anni, o addirittura con un cocktail di virus affiancato anche da una fiammata di covid e dal virus respiratorio sinciziale che ha generato diversi casi molto simili all'influenza e con possibili complicanze soprattutto nei bambini, ma anche nell'anziano e nell'adulto.

Sbalzi termici

"Alla luce dei continui sbalzi termici e di una stagione invernale particolarmente strana con temperature ballerine, quello che dobbiamo aspettarci è una diminuzione meno progressiva dei casi e un raggiungimento di oltre 15 milioni, e forse un po' di più, di casi complessivi a causa di questa condizione metereologica che sappiamo faciliti la diffusione dei vari virus respiratori tra cui anche i cosiddetti virus cugini, creando uno strascico rilevante", spiega Fabrizio Pregliasco, Direttore scientifico di Osservatorio Influenza, Direttore della scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva dell'università' degli studi di Milano e Direttore sanitario d'azienda dell'IRCCS ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano.

Il vaccino

“Tutto questo – continua l’esperto - ci fa pensare anche a quelle che potrebbero essere le modifiche più ampie rispetto alle prospettive di cambiamento climatico e di innalzamento della temperatura globale: una situazione che potrebbe andare a tropicalizzare l'andamento delle infezioni respiratorie che, appunto ai tropici, non hanno quei picchi classici tipici nel nostro inverno ma piuttosto una situazione di presenza più costante”. "In questo senso, nei prossimi anni, si dovrà pianificare in modo più ampio anche la campagna vaccinale tenendo conto non solo dei cambiamenti climatici ma anche di nuovi virus come le varianti del covid, che non evidenziano un collegamento con la meteorologia né hanno una stagionalità come l'influenza. Il vaccino, elemento fondamentale di prevenzione sia per il covid che per l'influenza, andrà visto pertanto in termini sempre più strategici nel calendario per la vita, in particolare per le persone fragili e più' avanti con l'età".