Giornata Mondiale dell'Endometriosi il 28 marzo: cos'è, sintomi, diagnosi e cure

Una malattia che può essere fortemente invalidante e, in Italia, riguarda 3 milioni di donne. Le testimonianze di alcune celebrities

Giornata Mondiale dell'Endometrioisi

Giornata Mondiale dell'Endometrioisi

Domani, 28 marzo 2022 ricorre la Giornata Mondiale dell’Endometriosi, istituita per porre l’attenzione su una malattia che può essere fortemente invalidante per le donne che ne soffrono (solo in Italia riguarda 3 milioni di donne), ma che il 90% delle persone non conosce. Colpisce l’apparato riproduttivo femminile e può compromettere la fertilità e la qualità della vita se non affrontato da specialisti e per tempo. Per diffonderne la conoscenza anche alle donne più giovani ed evitare che le altre si rassegnino al dolore, il 28 marzo di ogni anno si celebra questa Giornata . Ecco di che cosa si tratta e che cosa tutte le donne dovrebbero sapere. Perché il dolore non va accettato come “normalità”.

Che cos'è l'endometriosi

L'endometriosi e' una malattia cronica e progressiva, che colpisce donne in eta' fertile ed e' caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavita' uterina.

Le 4 fasi della patologia

La gravità e l’estensione della patologia endometriosica è stata classificata in quattro distinte fasi dall’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), l’organizzazione dedicata al progresso della scienza e della pratica della medicina riproduttiva. La classificazione degli stadi si basa sul livello di estensione e gravità dei danni, che condiziona le possibilità di trattamento. Stadio 1 – Endometriosi Minima: l’estensione della patologia  è minima e si caratterizza per la presenza di pochi millimetri di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, localizzati in posizione superficiale nei tessuti.  Stadio 2 – Endometriosi Lieve: è caratterizzata da un maggior numero di lesioni, che risultano anche più profonde. Stadio 3 – Endometriosi Moderata: l’estensione è maggiore. Sono presenti cisti ovariche (endometriomi) mono o bilaterali e tessuto aderenziale e/o cicatriziale tra gli organi pelvici.  Stadio 4 – Endometriosi Grave: impianti endometriosici molto profondi e  presenza di voluminose cisti su una o entrambe le ovaie. Inoltre esiti cicatriziali e aderenziali importanti. 

I sintomi

I sintomi piu' frequenti sono mestruazioni dolorose, dolore pelvico cronico, dolore durante la minzione, sintomi gastrointestinali, dolore ai rapporti sessuali, affaticamento. Questi sintomi rendono difficile la diagnosi in quanto sono comuni anche ad altre patologie.

La diagnosi

Dunque si tratta di una patologia da considerare con attenzione, dal momento che solo una bassa percentuale di donne che ne soffre sa di esserne affetta. La diagnosi, infatti, arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il piu' delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche. I medici di medicina generale e i ginecologi sono le figure strategiche per una pronta diagnosi e per il trattamento. L' endometriosi e' inserita tra i LEA nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti, con riconoscimento al diritto all'esenzione di alcune prestazioni specialistiche. 

Le conseguenze

L'endometriosi e' una delle cause piu' note di infertilita'. Ne consegue che questa malattia puo' avere importanti ripercussioni sul benessere psicofisico delle donne che ne sono affette e sulla loro qualita' di vita. E' considerata una malattia di rilevanza sociale in quanto, nelle forme piu' severe, la sintomatologia e i disturbi limitando la produttivita' lavorativa delle donne che ne sono affette. 

Le cure

Per curare l’endometriosi si possono adottare diversi trattamenti in base allo stadio e alla sintomatologia della malattia, andando dal semplice controllo clinico, all’utilizzo di terapie farmacologiche, sino al trattamento chirurgico.  Se la patologia è ancora in fase iniziale e la paziente è asintomatica e/o presenta piccoli endometriomi a carico delle ovaie e/o impianti peritoneali non rilevanti, viene spesso privilegiata una condotta di controllo e attesa.  In caso, invece, di una sintomatologia manifesta, con dolore durante il ciclo mestruale, è possibile sottoporsi a una terapia farmacologica, utile anche a limitare il rischio di recidiva in pazienti che hanno già sostenuto la chirurgia. Si tratta di terapie che non risolvono la malattia, ma tengono sotto controllo i sintomi, garantendo un miglioramento della qualità della vita di chi ne è affetta. 

L'intervento chirurgico

Il ricorso alla chirurgia deve essere valutato sempre molto attentamente e le indicazioni oggi sono quelle di sottoporre a intervento chirurgico solo quei casi in cui non ci sono alternative. La chirurgia infatti può portare a degli effetti collaterali che possono portare alla diminuzione del potenziale riproduttivo della donna per una riduzione della sua riserva ovarica. Infatti, durante l’asportazione del  tessuto endometriosico, spesso si danneggiano anche i tessuti sani, diminuendo per esempio, il numero degli ovociti presenti nell’ovaio operato o creando alterazioni nella vascolarizzazione d’organo con conseguente diminuzione della sua funzione. La tecnica chirurgica considerata il gold standard per l’endometriosi è la laparoscopia, che deve essere sempre però eseguita da chirurghi esperti, che abbiano a cuore la salute riproduttiva della donna e che utilizzino modalità chirurgiche corrette 

I numeri

È una patologia molto frequente nella popolazione generale e si calcola che possa interessare il 10-20% delle donne in età fertile. Colpisce infatti prevalentemente donne tra i 25 e i 35 anni ed è praticamente assente nell’età pre-puberale e post-menopausale. Benché nel nostro paese siano affette da endometriosi tre milioni di donne circa, la diagnosi è nel 30-40% dei casi accidentale e avviene durante controlli ginecologici di routine o controlli specialistici eseguiti per altre patologie. Può essere causa di sub-fertilità o infertilità nel 30-40% dei casi.

Un bando di ricerca

Per valutare l’incidenza di questa malattia e analizzarne i meccanismi di patogenesi, nel 2021 è stato indetto un bando di ricerca rivolto a tutti i ricercatori che operino in enti afferenti al Servizio Sanitario Nazionale e a questo scopo il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un decreto (decreto 22 marzo 2021) con cui ha autorizzato la spesa di 3 milioni di euro ripartiti sugli esercizi finanziari 2021-2022-2023. Dei trenta progetti risultati in graduatoria finale, nove progetti sono risultati in posizione utile ai fini del finanziamento ministeriale e ad essi sono state erogate le prime tranche anticipate per un totale complessivo di 1 milione di euro. Le risorse sono state ripartite in base percentuale rispetto allo score finale e al budget richiesto. I destinatari istituzionali dei nove progetti oggetto dei primi finanziamenti sono: IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, IRCCS Burlo Garofolo, Regione Emilia Romagna, Regione Lombardia (2 progetti), Regione Toscana, Ospedale Maggiore, IRCCS Ospedale San Raffaele  e IRCCS Policlinico Sant’Orsola.

Le testimonianze vip

Recentemente a parlare di questa malattia, sfruttando social e popolarità, è stata Giorgia Soleri. Modella e influencer, ha avuto un booster di popolarità grazie anche al legame con Damiano David, il frontman dei Maneskin. Soleri, che ha 25 anni,los corso agosto  ha acceso il dibattito sull’endometriosi annunciando di avere ricevuto la diagnosi “tanto aspettata” a marzo: “Il 21 Marzo 2021 è il giorno in cui è arrivata la diagnosi di endometriosi e adenomiosi in realtà, come per la maggior parte delle persone affette da queste malattie, io lo sapevo già. lo sapevo quando a 14 anni sono svenuta a scuola per i dolori mestruali e sono stata quasi obbligata a iniziare la pillola anticoncezionale. lo sapevo quando ogni mese le mestruazioni mi incatenavano al letto e mi facevano rimettere fino a non avere più forze. Lo sapevo quando a 21 anni mi sono rivolta a un importante centro specializzato e sono stata mandata via senza una diagnosi, trattata come se fossi ipocondriaca e bugiarda. Lo sapevo anche quando è arrivato il referto dopo 20 giorni dalla risonanza magnetica. Lo sapevo e basta”. Qualche settimana dopo, la 25enne è tornata a rivolgersi ai follower: “Se tramite la mia testimonianza riuscissi ad aiutare anche solo il 3% delle donne che soffrono (a cercare una diagnosi, a sentirsi meno sole, a trovare il coraggio di cambiare medico o di pretendere rispetto da chi non fa altro che invalidare il nostro dolore) significherebbe che circa 700 donne (arrotondando per difetto) potrebbero migliorare o provare a migliorare la loro qualità di vita - ha sottolineato - E questo solo calcolando le persone che mi seguono, senza contare che la mia voce si unisce in realtà a quella di tante, tantissime persone che come me fanno divulgazione e sensibilizzazione in merito all’endometriosi”.

A un intervento chirurgico per trattare l’endometriosi si è sottoposta, lo scorso settembre, anche Guenda Goria, 32 anni, figlia di Maria Teresa Ruta e Amedeo Gori: "La gioia più grande è stato sapere che grazie al mio post alcune di voi si sono rispecchiate nei mie sintomi e hanno deciso di fare delle analisi approfondite, scoprendo di soffrire di endometriosi - ha detto dopo l’intervento, rassicurando sulle sue condizioni - Ho superato il primo giorno di scuola, adesso ho un gran desiderio di vita". Lo scorso ottobre, anche Gabrielle Caunesil, modella francese e moglie di Riccardo Pozzoli, ex socio ed ex compagno di Chiara Ferragni ha rivelato di avere questa malattia e di doversi sottoporre a un intervento chirurgico: "Sono ormai due settimane che sto attraversando montagne russe di emozioni.Ho incontrato il mio secondo chirurgo la scorsa settimana, dovrei avere presto un appuntamento per il primo intervento, mi hanno preparato alla possibilità di perdere l'ovaio. Ho capito quante donne stanno attraversando questo genere di cose, so di non essere sola, nessuna lo è. Il mio secondo intervento sarà posticipato a causa del Covid, ma va bene, ho sofferto 15 anni, posso sopportarlo per qualche mese in più".