Alzheimer precoce a 19 anni: ecco tutti gli esami per la diagnosi

Il paziente più giovane del mondo rilancia l'allarme sulla malattia giovanile, che riguarda solo un caso su venti. Di solito non si presenta prima dei 65 anni

I casi di Alzheimer precoce sono in aumento

I casi di Alzheimer precoce sono in aumento

Il caso eccezionale del 19enne colpito dal morbo dell’Alzheimer, e definito oggi il più giovane malato al mondo, ha tolto il velo su una realtà spesso rimossa e accantonata: esiste anche una forma di Alzheimer giovanile (Alzheimer a esordio precoce); poco diffusa, questa condizione riguarda in genere persone di età compresa tra i 30 e i 60 anni, e costituisce il 5-10% di tutti i casi di Alzheimer. La maggior parte delle persone cui è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer ha infatti 65 anni o più. Anche se molto meno comune, un’insorgenza del morbo di Alzheimer in un’età più giovane (nota anche come morbo di Alzheimer a insorgenza precoce) colpisce persone di età inferiore ai 65 anni.

I sintomi e le avvisaglie sono sempre gli stessi: un segno precoce è dimenticare eventi recenti, seguito da un aumento di confusione, alterazione delle altre funzioni mentali, problemi a usare e a capire il linguaggio e a svolgere le attività quotidiane. Quali esami bisogna fare per vedere se si ha l’Alzheimer in età precoce? Anzitutto esami strumentali. Risonanza magnetica, per esempio. Questo esame consente di ottenere un’immagine della struttura del cervello molto particolareggiata. Poi TAC (Tomografia assiale computerizzata, PECT (tomografia computerizzata ad emissione di fotone singolo) e PET (tomografia a emissione di positroni).

Il più giovane malato di Alzheimer sarebbe un ragazzo cinese di 19 anni in cura da un gruppo di neurologi cinesi della Capital Medical University di Pechino. “Siamo in attesa di capirne di più ma credo comunque si tratti di un caso più unico che raro”,  aveva detto il direttore della Clinica Neurologica Università di Brescia e presidente eletto della Società italiana di neurologia (Sin), Alessandro Padovani. Con una considerazione accessoria.

“È sorprendente perchè nessuno di noi avrebbe mai pensato di poter avere notizie di un caso di Alzheimer così giovane. La seconda questione che stupisce è che sembra non ci sia familiarità e non ci sia un dato genetico a sostegno di un caso tanto precoce. Da una parte questo è sorprendente ma dall’altra è estremamente interessante, perchè vorrebbe voler dire che questa malattia può presentarsi o con una mutazione genetica non nota, ma a distanza di tanti anni di ricerche genetiche questo sarebbe una sorpresa nella sorpresa, oppure c’è qualche altro fattore che ci sfugge e che ha determinato la comparsa di questa condizione”.