
Orologio biologico
C’è un orologio che non è possibile fermare. Non esistono batterie da cambiare o cariche da dare: inesorabilmente le lancette continuano a scandire il tempo e a rendere più difficile l’avverarsi di un desiderio. «È l’orologio biologico», premette Marina Bellavia specialista in Medicina della riproduzione del centro per la fertilità ProCrea di Lugano (www.procrea.ch). «Un orologio che procede in modo inesorabile rendendo giorno dopo giorno più difficoltoso riuscire ad avere un figlio. L’età è infatti la prima causa di infertilità in una donna», afferma la specialista.
Se intorno ai 25 anni una donna conserva ancora tutto il suo patrimonio di ovuli, questo tende ad abbassarsi dopo i 30 per decadere dopo i 35 e avvicinarsi allo zero dopo i 43 anni. Anche ricorrendo ad un trattamento di procreazione assistita, le possibilità di gravidanza rispecchiano questo andamento. «Abbiamo risultati positivi, quindi una gravidanza, in oltre il 50% nelle pazienti con meno di 30 anni -continua la specialista di ProCrea-. Fino ai 36 anni i successi si assestano intorno al 40%, mentre calano al 29% nella fascia di età fino a 39 anni e crollano oltre i 40 anni».
Con il passare degli anni si acuiscono anche i problemi determinati da altri fattori. «Lo stile di vita che si conduce quotidianamente può influire in modo negativo sulla fertilità di una donna. È scientificamente dimostrato che fumo e abuso di alcol, per esempio, danneggiano la capacità riproduttiva», aggiunge Bellavia. Inoltre, è bene fare attenzione a quello che si mette in tavola. «Diversi studi scientifici hanno evidenziato che l’assunzione di cibi preconfezionati, con conservanti e dei cosiddetti cibi spazzatura può essere dannoso per la salute riproduttiva. Viceversa, fa bene riscoprire le verdure e la frutta di stagione, consumate possibilmente crude per conservare meglio le vitamine che contengono».
Conclude la specialista: «Davanti ad una gravidanza che non arriva, occorre valutare attentamente la situazione: ogni caso richiede una soluzione specifica. L’anamnesi personale e puntuali indagini ci permettono di individuare quelle situazioni in cui il semaforo è verde, arancione o rosso e quindi capire in tempo se una coppia ha realmente bisogno di un trattamento della fertilità o piuttosto se sono sufficienti semplici cambiamenti dello stile di vita per favorire il concepimento».