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Politica

Velo vietato nei luoghi pubblici, ecco perché sul voto in Lombardia si sono spaccati Forza Italia e Fratelli d’Italia

Gli azzurri ottengono la modifica del testo originale, franchi tiratori affossano la proposta dei meloniani. In maggioranza si apre un altro caso dopo quello sul Fine Vita. Pd e M5S: “Provvedimento del tutto inutile”

Silvia Scurati, consigliera regionale della Lega, prima firmataria della mozione

Silvia Scurati, consigliera regionale della Lega, prima firmataria della mozione

MILANO – La mozione con la quale il gruppo regionale della Lega voleva “sollecitare il Governo e il Parlamento ad introdurre il divieto d’utilizzo del velo islamico, come burqa o niqab, nei luoghi e negli edifici pubblici nonché all’interno delle scuole”, sebbene approvata, è uscita ridimensionata nei contenuti dalla discussione in Consiglio regionale e ha amplificato le frizioni interne alla coalizione di centrodestra che governa la Regione. Frizioni già manifestatesi in questi giorni sul Fine Vita, in particolare tra Fratelli d’Italia, primo partito di maggioranza, e l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso.

Quanto alla mozione che aveva come prima firmataria la leghista Silvia Scurati, si è deciso di votarla per parti separate, dopo una mattina di confronti tra i partiti del centrodestra, evidentemente non concludenti. Forza Italia ne ha infine ottenuto una riformulazione: nel testo definitivo sparisce l’aggettivo islamico, riferito al velo, e il riferimento alle scuole, sostituito da un più generico “luoghi pubblici”.

Al punto uno, la mozione impegna quindi la Giunta regionale a “sollecitare il Governo o il Parlamento ad adottare iniziative legislative volte ad introdurre misure che vietino l’utilizzo di tutti quegli indumenti che possano coprire il volto come ad esempio burqa o niqab nei luoghi e negli edifici pubblici”. Altrettanto non è riuscito a Fratelli d’Italia che ha chiesto invano di tenere il punto 3 della mozione, quello col quale si invitava “il Governo a valutare l’estensione del divieto dell’uso del velo in tutti gli ambienti scolastici per le minorenni non solo per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, ma anche al fine di garantire la reale possibilità per le giovani donne di autodeterminarsi liberamente”. Proprio il punto che Forza Italia chiedeva di togliere.

Favorevole, invece, Scurati. La votazione si è tenuta a scrutinio segreto, come chiesto dal Pd, e questo punto è stato bocciato, quindi stralciato dal testo: 31 i contrari, 30 i favorevoli e un solo astenuto. Gli 8 consiglieri regionali di Forza Italia non hanno partecipato al voto su questa parte della mozione, quindi ci sono stati almeno 5 franchi tiratori. Non casuale la coincidenza tra l’atteggiamento tenuto in Aula, su questo provvedimento, dai forzisti e le parole proferite da Alessandro Sorte, coordinatore regionale degli azzurri, solo pochi giorni fa: “Non è con la sardonizzazione che il centrodestra può tornare a vincere a Milano”. Il riferimento, come ovvio, è all’europarlamentare della Lega, Silvia Sardone, particolarmente attiva nel denunciare quello che ritiene essere il pericolo di un’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa. Respinta invece la mozione abbinata del Pd che chiedeva di “ribadire che nessuno può imporre alle donne come vestirsi, sia esso uno Stato, una Regione, una famiglia, singoli individui o altro, riaffermando la centralità dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione” e di “garantire la piena applicazione delle leggi vigenti”.

“Bene l’approvazione della mozione per l’applicazione più rigida delle norme, già previste dalla Regione, sul divieto del velo islamico e per sollecitare il Governo ad estendere il divieto a tutti gli edifici pubblici” commenta Scurati. “Occorre focalizzarci non sulle proibizioni, ma sul lavoro educativo” sottolinea invece il forzista Giulio Gallera. Sul fronte di FdI restano le parole dell’assessore regionale Romano La Russa in apertura di dibattito: “Ciascuno è libero di vestirsi come meglio crede, dobbiamo tendere tutti all’obiettivo dell’integrazione. Certamente non imponendo con la forza delle leggi, ma purtroppo però la realtà è diversa”.

“La destra ha prodotto un gigantesco pasticcio sul tema del divieto al velo – attacca Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd –. Il Consiglio regionale è stato costretto a discutere una mozione leghista, inutile, che non è stata nemmeno votata nella sua parte essenziale, quella sulle scuole, da 13 consiglieri di centrodestra su 43”. “Dopo la bocciatura del punto qualificante della mozione leghista, ciò che resta è un testo annacquato che ribadisce quanto la legge italiana ha normato 50 anni fa” sottolinea Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle.