CRISTIANA MARIANI
Politica

Cinque anni di unioni civili, ora si attende l'approvazione del Ddl Zan

La legge Cirinnà compie cinque anni, la senatrice: "Il cammino dei diritti non si ferma, ora spazio al Ddl Zan"

Monica Cirinnà (Ansa)

Vivere senza il concetto di unione civile oggi sembra impossibile. Eppure la legge Cirinnà, quella che ha sancito la liceità delle unioni civili fra persone dello stesso sesso e sulle convivenze di fatto, è stata firmata soltanto cinque anni fa. Il 20 maggio 2016 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti apposto il proprio sigillo alla proposta di Monica Cirinnà, senatrice del Partito democratico. La legge è poi entrata in vigore il 5 giugno di quell'anno, mentre il 23 luglio è stato firmato il decreto attuativo. Una legge che non ha fatto muovere un passo fondamentale solo per quanto riguarda i diritti dei cittadini omosessuali, ma anche per quelli eterosessuali che convivono con il o la partner. La legge Cirinnà, infatti, disciplina le convivenze tanto omosessuali quanto eterosessuali. Per intenderci, assicura diritti civili anche a coppie non sposate di qualsiasi orientamento sessuale.

La battaglia

Se il concetto di "diritti civili" anche per quanto riguarda coppie di persone che non hanno contratto matrimonio ormai è assodato e vissuto come naturale dalla stragrande maggioranza della popolazione, sino al 2016 non c'era il medesimo sentimento: c'era chi riteneva, e ritiene ancora, che i diritti civili dovessero andare di pari passo con quelli sanciti da una cerimonia religiosa, chi riteneva che bastasse anche il matrimonio civile ma che dovesse comunque trattarsi di matrimonio. C'era inoltre chi, dal versante opposto, voleva una legge più coraggiosa che paragonasse l'unione civile al matrimonio sotto tutti i punti di vista, compreso quello dell'adozione.

L'omofobia

E poi sullo sfondo c'erano, come ci sono oggi nel caso del Ddl Zan, discriminazioni e pregiudizi. Fra alcuni degli oppositori della legge Cirinnà c'erano quelli nei quali albergava la convinzione che i cittadini omosessuali non dovessero comunque avere gli stessi diritti di quelli eterosessuali. Il motivo era da un lato la paura del diverso rispetto alla "norma" e dall'altro la volontà di tutelare la famiglia tradizionale. Che comunque con l'approvazione di questa legge non è stata per nulla minacciata. 

Cinque anni dopo

"Cinque anni di sorrisi, abbracci, emozioni fortissime. Ogni volta che ho avuto il privilegio di celebrare l'amore dei "miei" tanti mariti e delle "mie" tante mogli, ho visto nascere un mondo nuovo e ho visto, a poco a poco, crescere un paese. Sì, in questi 5 anni l'Italia è cambiata, è cresciuta: non facciamoci ingannare dalla propaganda di chi sa solo diffondere odio, la società italiana è infinitamente migliore. Le unioni civili hanno cambiato il volto del paese e anche 'l'industria dei matrimonì, il settore wedding: ricordiamocene, ora che cerimonie e feste stanno faticosamente ripartendo - afferma la senatrice del Pd, Monica Cirinnà -. Oggi, cinque anni dopo, mi chiedo però anche se tutto questo sia sufficiente. Ancora una volta, la mia risposta è no. Il cammino dei diritti non può fermarsi, non si ferma. A partire dalla rapida approvazione del ddl Zan, è ora di far fare all'Italia altri importanti passi avanti. E' davverio giunto il momento di mettere fine a ogni trattamento differenziato e arrivare al matrimonio egualitario. Viva l'amore e viva le famiglie, tutte".

Il Ddl Zan

Intanto al Senato continua la battaglia sul Ddl Zan, il disegno di legge contro l'omotransfobia che è bloccato ormai da diversi mesi. Il motivo è ancora una volta dato dal testo alternativo presentato dal centrodestra. Sembrava ormai scontato che alla Commissione Giustizia si sarebbe continuato analizzando soltanto il testo del Ddl presentato dall'onorevole del Pd e invece ora il presidente della Commissione Andrea Ostellari ha fatto sapere che saranno prese in considerazione anche le modifiche di Forza Italia e Lega, alle quali si è aggiunta anche la firma di Fratelli d'Italia. "È un testo tardivo prodotto esclusivamente a fini ostruzionistici" è l'accusa di Alessandra Maiorino del Movimento Cinque Stelle. "E' un testo abrogativo, un testo in antitesi" punta il dito Anna Rossomando del Pd.  Ostellari sostiene però di aver semplicemente applicato il regoalmento, dice no anche alla proposta di mettere ai voti la disgiunzione dei ddl e poi chiude: "Basta pretendere scorciatoie. Proseguiamo il dibattito serenamente".