Fico rinuncia: "Non c'è maggioranza". Mattarella convoca Draghi per un governo di scopo

Dopo la rottura nella ex maggioranza, il presidente della Repubblica indica un "nome di alto profilo" per guidare l'Esecutivo

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Roma, 3 febbraio 2021 - Il colpo di scena, ma fino a un certo punto. Mario Draghi è convocato questa mattina alle 12  al Quirinale, per l'incarico. L'annuncio di Mattarella nemmeno dieci minuti dopo i primi sette minuti di dichiarazione, dalle 21.14 alle 21.21, con un senso preciso: “La campagna elettorale coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia. Il virus richiede un governo nella pienezza delle funzioni e non un governo con attivita’ ridotta al minimo com’e’ inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per la campagna vaccinale”. Insomma, il presidente Mattarella indica solo due strade: o un esecutivo pronto ad affrontare con pieni poteri le gravissime emergenze, o le urne. ma si comincia dal primo tentativo: a giorni sapremo il nome della figura di alto profilo che lui indicheràò, ma che dovrà counque raccogliere una maggioranza politica.

Missione fallita dunque per Roberto Fico, niente Conte ter ed elezioni più vicine. A meno che in Parlamento non si trovi una maggioranza disposta a sostenere un governo di scopo. Ma terze vie, non ce ne sono. L’esploratore incaricato era è salito al Quirinale alle 20.30 in punto, dopo aver telefonato ai altri leader dell’ex maggioranza per informarli dell’esito della propria missione.

Per riferire il fallimento della missione esplorativa, dopo la rottura tra Renzi e gli ex alleati. Niente intesa di Italia viva sul verbale che riassumeva le posizioni al tavolo di maggioranza. Ma la rottura tra Renzi e l’ex maggioranza pare consumata su due nomi, quelli dei ministri Bonafede e Azzolina. Sul fronte opposto sarebbe stato messo il veto al nome dell’ex ministra renziana Teresa Bellanova per il Lavoro. Renzi: “La barzelletta che non si chiude sul verbale è appunto una barzelletta. Qui lo scontro è altissimo sui contenuti (Mes, infrastrutture, giustizia su tutti) e ovviamente sui nomi“. A cominciare da Bonafede e Azzolina. 

Durissima la nota del M5S sul leader di Italia Viva: “Nessuna volontà di aiutare il Paese nel momento più difficile, nessun interesse verso i cittadini o a lavorare per l’interesse della collettività. Da parte di Matteo Renzi sul tavolo c’era solo la questione delle poltrone“.  A vuoto era andato il vertice tra Matteo Renzi, Dario Franceschini, Vito Crimi e Roberto Speranza per cercare un’intesa sulla nascita di un governo Conte ter. Di qui le reazioni compatte di Lega e Fdi: “Basta perdere tempo, si vada al voto”. Ma con un diktat: “Dobbiamo continuare a restare uniti...“Matteo Salvini telefona agli alleati uno ad uno, perché in questo momento delicato della crisi di governo il centrodestra deve dare l’immagine di una squadra compatta, ora più che mai, di fronte a una maggioranza sfilacciata. Il Capitano avrebbe capito che ormai si va verso un governo istituzionale e chiama a raccolta tutte le componenti della coalizione per preparare le prossime mosse. Il leader della Lega sente Fi, Fdi e i piccoli di Udc, Noi per l’Italia e Cambiamo, senza convocare un vertice in attesa dei prossimi sviluppi della situazione politica.

Silenzio di tomba dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che “ha ritenuto di non dover assumere alcun ruolo o posizione pubblica in questa delicata fase per il Paese, nel rispetto dell’impegno profuso dal Presidente della Repubblica e dal Presidente della Camera. Non ritiene di dover rilasciare dichiarazioni mantenendo invece il doveroso riserbo sulla evoluzione della crisi“.

La giornata, particolarmente convulsa, aveva preso il via intorno alle 9 con il tavolo programmatico convocato proprio da Fico con i gruppi della maggioranza. Un tavolo che ha evidenziato in particolare le grandi distanze fra Movimento Cinque Stelle e Italia Viva. L’argomento del contendere è stato anzitutto il Mes, sul quale i renziani chiedono almeno un ricorso parziale al fondo Salva Stati, previa valutazione delle misure da finanziare. Il Pd ribadisce invece come occorra finanziare con maggiori risorse anzitutto la sanità. Mentre il Movimento Cinque Stelle si dice totalmente contrario a trattare sul Salva Stati. I contrasti però sono profondi anche sulla riforma fiscale, sulle riforme istituzionali e sul Recovery Plan. Si è molto discusso anche sul tema della giustizia, che è stato al centro dei colloqui della mattinata.

E adesso? I nomi del possibile nuovo premier, in caso di governo di scopo, rimangono molti: da Mario Draghi a Marta Cartabia, passando per un Conte ter, ma nulla ancora sembra assumere un contorno definito. La pazienza sembra essere comunque in esaurimento anche tra chi fino a ieri vedeva le urne come uno spauracchio da evitare: “Renzi continua ad alzare la posta. Tecnicamente si chiama gioco del più uno. Direi che se continua è il caso di dirgli basta. Meglio le elezioni”, dice Nicola Fratoianni, portavoce nazionale di Sinistra italiana, uno dei soggetti che compongono il gruppo parlamentare di Liberi e Uguali.