
Enrico Letta (Ansa)
Roma - Continuano ad essere molto agitate le acque nel Pd che da una parte è alla ricerca di un nuovo segretario dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti e dall'altra lavora per organizzare l'assemblea.Le difficoltà non mancano, viene riferito da una fonte dem, ma si conta di riuscire assicurarne lo svolgimento, forse in una sola giornata e non in due come previsto inizialmente, e questo perchè si dovrà arrivare a quell'appuntamento con una rosa ristretta di nomi che consenta di eleggere subito un segretario "forte e autorevole", come vanno ripetendo tutti i dirigenti dem di prima fascia, che possa guidare il Pd nei prossimi anni, fino al congresso 2023.

Enrico Letta
Il nome più gettonato all'interno resta quello di Enrico Letta. Anzi, l'ex premier ha ricevuto un endorsement ufficiale da Enzo Bianco, presidente dei Liberal Pd. ''Ora, in una fase così delicata per il Paese - ha spiegato nella quale occorre dare risposte concrete alle emergenze che il Governo è chiamato ad affrontare, si decida subito, nei tempi più rapidi possibili, a chi affidare la responsabilità di guidare il Pd. Occorre andare ad un congresso, in tempi ragionevoli e senza tatticismi e dissensi. Come Liberal Pd, per parte nostra, proponiamo il nome di Enrico Letta". "Il prestigio, anche a livello internazionale, la credibilità, l'intima condivisione dei valori più autentici ed inclusivi del Partito Democratico, che Enrico Letta ha da sempre espresso nel suo percorso politico ne fanno, a nostro avviso, la guida ideale per il partito. Una guida che potrà essere - conclude Bianco - un polo aggregante, in grado di esprimere al meglio valori e percorsi che possano unire e non dividere''.

Sardine a gamba tesa
"Le dimissioni di Zingaretti sono state un grido di aiuto. Noi abbiamo risposto". Così Mattia Santori, leader delle Sardine ha spiegato che non si iscriverà al Pd "perché in questo momento il Pd ha un marchio tossico. Nessuno ora farebbe la tessera. Si vede dal fatto che gli iscritti sono in calo. ieri abbiamo fatto una assemblea con 170 persone e quel che emerge è questo: lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti". Santori si è detto colpito dall'addio di Zingaretti, "un potentissimo atto di denuncia. Io ho visto tre tipologie di Pd in questi anni. La più bella è quella delle sezioni: un Pd commovente e appassionato. Poi salendo c'è il Pd in campagna elettorale, che non mi è piaciuto. Tanti selfie con le Sardine più per convenienza che per aprirsi davvero. E poi c'è il Pd del Nazareno, che ho visto sabato. Con una dirigenza incartata e totalmente incapace di produrre creatività e innovazione, perché solo impegnata nelle lotte di potere".
Irritazioni
La risposta a Santori non è tardata ad arrivare, a cominciare dalla residente del Pd, Valentina Cuppi. "È un momento molto complesso per la storia del Partito democratico. Non ci siamo sottratti al confronto, io ho ascoltato anche le dure critiche che sono state fatte, promosso l`autocritica. Ma una comunità va rispettata, è fatta di persone, del lavoro e dell`impegno di tanti che anche nei territori hanno sempre portato avanti l`idea di un partito fondato su valori e principi ben saldi. Ciò che è stato detto, la definizione data di "partito tossico", è un'offesa a tutta la comunità del PD e non è per nulla costruttivo, è solo distruttivo. Continueremo ad ascoltare e ad essere aperti al dialogo, nella consapevolezza di un cambiamento necessario, ma in maniera costruttiva e nel rispetto di tutte e tutti".