ALESSANDRO D'AMATO
Politica

Meloni e il referendum

"Vado al seggio ma non ritiro le schede". Schlein: "Prendi in giro gli italiani"

La premier Giorgia Meloni alla Festa della Repubblica ieri a Roma. Meloni siede a Palazzo Chigi dall’ottobre del 2022 ed è nata nella. Capitale 48 anni fa

La premier Giorgia Meloni alla Festa della Repubblica ieri a Roma. Meloni siede a Palazzo Chigi dall’ottobre del 2022 ed è nata nella. Capitale 48 anni fa

"Vado a votare, non ritiro la scheda: è una delle opzioni". Bastano poche parole a Giorgia Meloni per scatenare la polemica sui referendum dell’8 e 9 giugno. I cronisti la intercettano tra l’Altare della Patria e via dei Fori Imperiali, a margine delle celebrazioni per la Festa della Repubblica. Quello della premier è un modo giuridicamente elegante per dire che si asterrà, anche se formalmente si presenterà alle urne come la sua carica le impone.

"PRENDE IN GIRO GLI ITALIANI" "Meloni prende in giro gli italiani", attacca Elly Schlein. "Anziché dire se è favorevole o contraria ai cinque quesiti su lavoro e cittadinanza, conferma che vuole affossarli. Teme il raggiungimento del quorum perché non ritirare le schede equivale a non votare. La premier ha paura della partecipazione e di dire la verità che è sotto gli occhi di tutti: è contraria a contrastare la precarietà e migliorare la legge sulla cittadinanza", conclude la segretaria Pd. All’attacco va pure Giuseppe Conte: "Il suo annuncio indigna. Ma non stupisce. In fondo, in quasi 30 anni di politica, non ha fatto nulla per tutelare chi si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica. Ma è vergognoso che questo messaggio di astensione rispetto a una scelta importante arrivi da un presidente del Consiglio il 2 giugno".

UN INVITO ALL’ASTENSIONE Parla invece di invito di fatto all’astensione il segretario di +Europa Riccardo Magi, presidente del comitato promotore del referendum di cittadinanza: "Fa impallidire soprattutto perché fatto durante la cerimonia del giorno in cui gli italiani scelsero la Repubblica proprio con un referendum". Angelo Bonelli di Avs dice che "mancava solo la presidente del Consiglio, e la lista dei sabotatori del referendum è completa: prima il presidente del Senato, poi i ministri, ora anche la premier".

A difendere Meloni il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi: "È una posizione del tutto legittima. Anche noi andremo a votare senza ritirare la scheda. Tre anni fa il centrosinistra boicottò il referendum sulla giustizia non andando a votare, ma nessuno disse niente. Il dato incredibile è che il Pd vuole cancellare se stesso perché quelle leggi furono votate da loro durante il governo Renzi e oggi se ne pentono".

I PRECEDENTI Poi arriva anche Luigi Marattin del Partito Liberaldemocratico: "È una scelta legittima. Io stesso non ritirerò le 4 schede referendarie relative ai quesiti sul lavoro, mentre voterò sì al quesito sulla cittadinanza. Anche Repubblica tre anni fa per i referendum consigliò di votare no o di non votare". Tre settimane fa era stato il presidente del Senato Ignazio La Russa alla festa di FdI a invitare all’astensione: "Andare a votare? Io continuo a dire che ci penso, però di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa, poi io magari vado a votare...". Due giorni prima lo stesso La Russa aveva detto altro: "Penso di sì, penso che andrò a votare, ci sto riflettendo, però chi non vota esercita un suo diritto". Anche il ministro e vicepremer Matteo Salvini ha detto che andrà al mare per la famiglia, così come l’altro vicepremier e responsabile degli Esteri Antonio Tajani. Noi Moderati ha chiesto ai suoi elettori di ritirare le schede e votare cinque no.