Lombardia, i transfughi della Lega in una lista autonomista a sostegno di Letizia Moratti

Una fronda dei dissidenti anti-Salvini alle urne con un simbolo che dovrebbe contenere un riferimento al Nord. Per l’ex ministra tour elettorale sul bus: "Il loro malessere va capito"

Milano - Salvo sorprese dell’ultima ora, i transfughi della Lega parteciperanno alle elezioni lombarde del 12 e 13 febbraio con una propria lista. I lavori e i contatti per allestirla proseguono. A quanto pare, non si sono mai interrotti. Il riferimento è innanzitutto a tre dei quattro consiglieri regionali che hanno lasciato il gruppo della Lega per fondare quello di Comitato Nord: Massimiliano Bastoni, Antonello Formenti e Roberto Mura. Quanto al quarto, Federico Lena, ha già fatto sapere di non volersi ricandidare. Con loro e dietro di loro ci sono, però, secondo indiscrezioni, una cinquantina di leghisti ed ex leghisti, alcuni con trascorsi passati e recenti nella politica locale: quanto basta, in ogni caso, per poter presentare un sodalizio che corra in tutte le province.

Dialogo senza pause

Un sodalizio che, con ogni probabilità, sosterrà la candidatura di Letizia Moratti alla presidenza della Regione. Lei stessa ieri ha confermato che "il dialogo con Comitato Nord è ancora aperto". Nella Lega "ci sono malesseri che hanno una valenza politica e che va capita". E ancora aperta è la possibilità che uno o due dei consiglieri regionali già citati possano trovare posto proprio nella lista civica dell’ex vicepresidente lombarda – che ieri ha inagurato il suo tour elettorale a bordo di un pullman griffato ad hoc – lasciando ad altri transfughi la corsa nella lista autonomista. Il tempo ormai stringe ed oggi dovrebbe essere il giorno dell’accordo. Non è da escludere un incontro tra Moratti e i consiglieri dissidenti.

Fontana chiude

Di tutt’altro tenore le parole del presidente uscente della Regione, Attilio Fontana, che ha escluso nuovi appuntamenti con i consiglieri nordisti: "Nessun incontro che mi riguardi. Se poi vogliono incontrare la dottoressa Moratti, sono contento per lei ma è una cosa che non mi riguarda". Il governatore sul tema taglia corto: "Non ho altro da aggiungere, ho già detto tutto, anzi si è già detto troppo". Sembrano parole di chiusura, del tutto coerenti con il veto piovuto da Matteo Salvini: il segretario federale ha prima espulso i quattro consiglieri regionali e poi impedito allo stesso Fontana di accoglierli nella coalizione che ne supporta la candidatura.

Come sarà la lista?

La lista dei dissidenti, allora, manterrà nel nome il riferimento al "Nord", necessario per l’identificazione con la causa autonomista. Più difficile che si mantenga intatto l’intero nome del gruppo creato al Pirellone perché l’associazione e la corrente delle quali era in origine emanazione – il Comitato Nord, per l’appunto, di Umberto Bossi e Paolo Grimoldi – sosterranno la ricandidatura di Fontana. E con il governatore uscente si è schierata anche Alternativa Popolare di Paolo Alli, i cui candidati correranno nella lista civica del presidente: “Lombardia Ideale“. "Sono contentissimo per la presenza di Alleanza Popolare – ha fatto sapere Fontana –. Si aggiunge qualcosa di importante sui contenuti, le persone e i valori". Scontro aperto, infine, tra la Lega e la Moratti. "Le democrazie hanno bisogno di alternanza. Questo centrodestra è alla guida della Lombardia da 30 anni. Io propongo un superamento degli schemi e delle ideologie" dichiara l’ex vicepresidente della Regione. Pronta la replica: "È sinceramente curioso che la Moratti, che ha governato per decenni con il centrodestra come ministro, come sindaco di Milano e poi come assessore regionale, auspichi che dopo 30 anni di governo regionale il centrodestra vada a casa" nota Fabrizio Cecchetti, coordinatore lombardo del Carroccio.