
Un vecchio scatto di festa leghista in piazza Monte Grappa
Varese, 12 novembre 2015 - Rinunciare all’obiettivo del «conseguimento dell’indipendenza della Padania», come riporta l’articolo 1 dello statuto? Storici esponenti e rappresentanti politici varesini si dividono sull’eventualità di un giro di vite nelle strategie della Lega Nord prospettato nei giorni scorsi dal segretario federale Matteo Salvini, in vista del congresso di primavera. Ma tutti sono concordi nel bocciare la possibilità di un cambiamento di nome («Lega dei popoli» il più gettonato secondo i ruomor). È assolutamente contrario alle due ipotesi Leopoldo Macchi, storico militante, ex assessore lumbàrd di Vedano Olona e fondatore dell’associazione culturale «I nostar radis». «La Lega di una volta non c’è più - afferma Macchi -. Umberto Bossi ci ha regalato l’entusiasmo. Era uno specchio nel quale potevamo rifletterci. Poi l’hanno fatto fuori politicamente. E lo specchio si è spaccato in una miriade di frammenti, una miriade di “Leghe fai te’’. C’è una persona in cima, Matteo, che conosco da tantissimi anni. Ma lì sotto c’è il vuoto. Il cambio della denominazione del partito, poi, per me non esiste. È come cambiare dall’oggi al domani cognome a una persona».
Secondo Elio Fagioli, altro storico leghista della prima ora e padre del sindaco di Saronno, dice che «l’articolo 1 non si dovrebbe toccare, a meno che non serva per raggiungere i nostri obiettivi, visto che la secessione non ce la daranno mai, Maroni con il referendum per la Lombardia autonoma sta facendo più o meno la stessa cosa. Agli inizi del partito, anche Miglio prospettava le macroregioni». Bocciata invece la prospettiva di un restyling del nome. «La Lega Nord deve rimanere Lega Nord - aggiunge Fagioli - Come si dovrebbe chiamare? Lega Italia? Lega Alpina? E quale sarebbe la differenza con gli altri partiti. Ma non credo che Matteo arrivi a tanto. L’ho visto in tv con un “Albertino’’ da Giussano sulla giacca». Per Luciano Grandi, sindaco di Castronno, «l’articolo 1 non si tocca. L’indipendenza è un ideale molto sentito dalla base leghista. Al massimo si potrebbe sostituire con la parola “autonomia“. Quanto al nome, Lega Nord è quello più vecchio tra i partiti. È la nostra carta d’identità e tale deve rimanere». Il consigliere comunale di Varese Gianluigi Lazzarini appoggia «pienamente Salvini. Serve un’ampia coalizione per raggiungere i nostri obiettivi e si possono usare tutte le strategie percorribili. Anche se non cambierei l’articolo 1». Secondo il collega di Palazzo Estense Emanuele Monti, «la battaglia di Matteo per passare da un’Europa delle nazioni, dove la Lombardia è schiava di Bruxelles, a un’Europa delle regioni, dove ogni regione abbia un autogoverno, è importante. Il cambio di nome al partito? Credo sia più una chiacchiera. Sicuramente al momento non in cima ai temi da affrontare».
di LUCA SALVI