La guerra in Ucraina farà cambiare idea sull’immigrazione

Il fenomeno della guerra in Ucraina, potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’interpretazione del fenomeno dell’immigrazione. I partiti seguiranno la società?

Foto: Unicef

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“Cerchiamo genitori affidatari per bambini ucraini”: centinaia di migliaia di messaggi di Whatsapp girano incessantemente per i telefoni degli italiani. La gara di solidarietà ha coinvolto tutti: aziende, istituzioni, società civile. Il sentimento di vicinanza ed empatia ha mosso furgoni carichi di cibo, vestiti, medicinali. E così, per la prima volta da decenni, chiunque, da destra a sinistra ha compreso cosa voglia dire nascere “dalla parte sbagliata” del mondo, per caso, e non per scelta.

Il fenomeno della guerra in Ucraina, potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’interpretazione del fenomeno dell’immigrazione. Il tema dell’immigrazione ha polarizzato, per anni, il dibattito politico in Italia. In realtà, più che del fenomeno, si è parlato per molto tempo di fatti di cronaca, con strumentalizzazioni di immagini ad alto impatto emotivo.

L’emotività ha superato la ragione, e così in Italia si è persa l’opportunità di affrontare un fenomeno importante considerando dati, fatti, rischi e opportunità reali. La guerra in Ucraina provocherà milioni di profughi ed emigranti in tutto il mondo, con conseguenze non solo sul breve ma anche sul lungo periodo. La vicinanza culturale, geografica, religiosa ha probabilmente “ingannato” la psiche portando molti soggetti a considerare “diversa” una guerra che ha conseguenze molto simili a tante altre tragedie recenti, come la guerra in Siria, o l’instaurazione del regime talebano in Afghanistan. Queste ultime vicende non avevano provocato un travolgimento emotivo paragonabile a quanto accaduto con l’Ucraina, e per questa ragione è possibile ritenere che sarà proprio questa guerra far cambiare idea sul tema dell’immigrazione, agli Italiani.

Potrebbero sorbire meno effetti, almeno per un po’, gli slogan: “prima gli italiani”, le proposte sovraniste rimarranno parzialmente indebolite dai loro stessi contenuti e dovranno identificare, probabilmente, nuovi temi e sfide politiche. Saranno i risultati elettorali e i sondaggi d’opinione a poter fotografare, con eventuali dati, un possibile cambiamento culturale. In attesa di quello, gli italiani faranno, come spesso hanno fatto, la loro parte: con la solidarietà, il sostegno, il sorriso.