Covid, incognita numeri anche per l'elezione al Colle. Domani la data del voto

Il Presidente della Camera Roberto Fico comunicherà giorno e modalità del primo scrutinio. Non si sottovaluta il rischio che l’aumento di contagi possa impattare anche sul voto

Il presidente Mattarella con Roberto Fico e Mario Draghi

Il presidente Mattarella con Roberto Fico e Mario Draghi

Roma - É incognita Covid anche sulle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica. Non tanto sui nomi, Berlusconi e Draghi in testa, quanto piuttosto sui parlamentari presenti in aula. I numeri dei positivi tra senatori e deputati al momento sono contenuti, viene spiegato. Ma di certo a Montecitorio, così come a palazzo Madama, non si sottovaluta il rischio che l’aumento di contagi (gli esperti parlano di metà-fine gennaio come momento in cui si avrà il picco della quarta ondata) possa impattare anche sul voto per il nuovo presidente della Repubblica. La data esatta del voto sarà comunicata domani dal presidente della Camera, Roberto Fico, nella lettera che invierà per la convocazione del Parlamento in seduta comune. Lettera inviata anche alle Regioni per l’individuazione dei delegati regionali”. Il mandato di Mattarella termina il 3 febbraio 2022, di conseguenza le operazioni di voto per le elezioni del prossimo Presidente della Repubblica si dovrebbero tenere entro gennaio.

E si studia la strategia da mettere in atto per garantire che il tutto si svolga regolarmente ma nel rispetto della sicurezza sanitaria. Tra domani e martedì si svolgerà alla Camera una riunione con i consulenti tecnici e sanitari per valutare la situazione e adottare tutte le misure e contromisure per un regolare svolgimento del voto. Si parte dal dato di circa 30 deputati assenti per Covid (tra positivi e in quarantena) a fine dicembre (esattamente il 30, ultimo giorno di seduta dell’Aula, di cui meno di 20 i contagiati dal virus) e meno di una decina di sentori, e c’é chi riferisce di non più di 5-6 (ma il dato é riferito al 23 dicembre, ultima seduta dell’Aula di palazzo Madama). 

Dunque, per fare un calcolo più aggiornato bisognerà attendere la ripresa della normale attività del Parlamento: l’Aula di Montecitorio é convocata il 10 gennaio, quella del Senato l’11 (domani la seduta dell’Assemblea é convocata alle 11 ma solo per la comunicazione della presentazione di un decreto). Allora si conosceranno i nuovi dati relativi ai parlamentari positivi, ma bisognerà anche aggiornare le assenze di chi é venuto a contatto con soggetti infetti e alla luce delle nuove norme sulla quarantena non dovrà restare a casa, il che potrebbe far dimunire le assenze.

Se le assenze dovute al Covid dovessero mantenersi sul trend di fine dicembre, o anche salire un pò a circa una cinquantina-sessantina di contagiati (considerando anche i delegati regionali), si osserva tra Camera e Senato, comunque il quorum delle votazioni non subirebbe grossi scossoni e sarebbe garantito (la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini su 1008 grandi elettori e la maggioranza assoluta dal quarto in poi). E questo anche se le assenze per Covid dovessero arrivare a toccare quota 100, scenario ipotizzato da alcuni parlamentari ma che al momento non trova conferme sulla base dei dati a disposizione. Detto questo, appare inevitabile la scelta di adottare modalità di voto che garantiscano il rispetto delle norme igienico-sanitarie, a tutela degli stessi grandi elettori. 

Tra Natale e Capodanno si era svolta una prima riunione operativa alla Camera, alla quale appunto seguirà a breve la nuova riunione con i consulenti sanitari di Montecitorio. Quanto al voto a distanza, l’ipotesi non é in campo, viene spiegato, anche perché ad eccezione del dem e costituzionalista Ceccanti, nessuna richiesta formale é stata fatta pervenire alla presidenza. E poi c’é da garantire la segretezza. Si fa inoltre osservare che il dossier Quirinale non si riassume al solo momento del voto, anche se determinante, ma presuppone riunioni, incontri, capannelli e, quindi, la presenza é una condizione necessaria. 

Per quel che riguarda la gestioné organizzativa, il presidente Fico si confronterà anche con i gruppi parlamentari. E anche se non viene escluso a priori che si possa procedere con due votazioni al giorno, é più probabile che si opti per una sola votazione, almeno nella prima fase. Spetterà comunque anche ai presidenti di gruppo decidere il da farsi: se, infatti, é prerogativa del presidente della Camera stabilire la data di convocazione della prima seduta congiunta (data che si conoscerà il 4 gennaio, quando Fico invierà la lettera alle Regioni), a ridosso della prima votazione si riunirà, come da consuetudine, una Conferenza dei capigruppo congiuta di Camera e Senato e in quella sede si stabiliranno anche le modalità delle votazioni successive.

 Altamente plausibile il voto scaglionato per orari, sul modello del voto di fiducia che si é adottato dall’inizio dello scoppio della pandemia. Il che comporterà inevitabilmente un allungamento dei tempi: si calcola che saranno necessarie almeno 5 ore per lo svolgimento delle operazioni di voto, considerando l’appello nominale, lo scaglionamento, il tempo necessario per scrivere il nome nella scheda, a cui si deve aggiungere il tempo per lo spoglio e per la sanificazione dell’emiciclo..