Caso Ciro Grillo, gup ammette nuove prove per il presunto stupro di gruppo

Sì anche a una chat tra la presunta vittima e una sua amica. I difensori dei 4 ragazzi hanno tempo fino al 20 ottobre per presentare nuovi documenti

Ciro Grillo in una foto postata su facebook

Ciro Grillo in una foto postata su facebook

Tempio Pausania, 9 luglio - Entro il prossimo 20 ottobre gli avvocati che difendono Ciro Grillo, figlio di Beppe, e altri tre ragazzi, accusati della violenza sessuale di gruppo avvenuta a Porto Cervo il 17 luglio 2019 su una ragazza italo-norvegese di 19 anni, potranno indicare ulteriori elementi probatori ritenuti essenziali e individuati tra i nuovi elementi documentali prodotti dall'avvocata di parte civile, Giulia Bongiorno, e ammessi dalla stessa gup, Caterina Interlandi, nonostante le eccezioni del collegio difensivo composto da Enrico Grillo, Sandro Vaccaro, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Mariano Mameli e Romano Raimondo (non presente in aula).

I difensori dei quattro giovani genovesi, per il 20 ottobre,  dovranno decidere se chiedere che l'udienza preliminare si celebri in via ordinaria o se optare per eventuali riti alternativi. La gup - ascoltate la difesa, la parte offesa e l'accusa, rappresentata in aula dal procuratore di Tempio Gregorio Capasso e dalla sua vice Laura Bassani - ha già fissato per i prossimi 5 e 12 novembre le udienze in occasione delle quali saranno sciolti tutti i dubbi, consentendo anche alla Procura e ai due legali di parte civile - oltre alla ragazza vittima del presunto stupro di gruppo anche l'amica che si trovava nella villa con lei - di depositare  ulteriori elementi probatori individuati tra le carte che da oggi entrano nel fascicolo processuale.

Iniziata poco prima delle 14, l'udienza è durata oltre 3 ore, durante le quali si è però registrata una lunga pausa perché la giudice Interlandi si è ritirata in camera di consiglio per decidere sulle questioni preliminari sollevate dalle parti coinvolte. In aula non erano presenti i quattro imputati: Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

"Siamo stati ammessi come parti civili e sono stati ammessi nuovi elementi per noi rilevanti, come le dichiarazioni rese alla stampa da alcuni testimoni e un file audio di una chat tra la mia assistita e una sua amica norvegese", l'avvocata Giulia Bongiorno, legale della ragazza italo-norvegese, commenta come un successo quanto deciso oggi dal gup. "Una denuncia è un grido di dolore, la sede naturale per raccoglierlo è questa udienza, finalmente è arrivato il momento ed è importante che ci sia una verifica giudiziaria".