Voghera (Pavia) - Scoprire qualcosa in anatomia è molto difficile, ma Chiara Andretto Amodeo, chirurgo plastico di 44 anni, ci è riuscita e oggi un muscolo facciale è battezzato “Chiara’s fascia”. Il medico ha dedicato dieci anni di studi a quella terra di nessuno che si trova sotto gli occhi. "Abbiamo dimostrato l’esistenza di una struttura fasciale, una fascia profonda che occupa la regione del terzo medio del volto, quindi al di sotto dell’occhio nella guancia – spiega la dottoressa – É stato dimostrato istologicamente che si tratta di una fascia profonda, perché è stata messa a confronto con altre strutture fasciali profonde del capo. E corrisponde, non ci sono dubbi. É una struttura che protegge il nervo facciale, in particolare il ramo che va ai muscoli mimici che sollevano il labbro".
Inizialmente denominata "fascia profonda della regione infraorbitaria che viene dalla fascia temporale", è stata ribattezzata lo scorso aprile al congresso organizzato dall’American College of Surgeons-Cosm 2021 (che riunisce 9 società scientifiche degli Usa), in cui Chiara Andretto Amodeo era l’unico chirurgo plastico italiano a presentare una relazione. "Ho creduto tanto in questa ricerca – aggiunge la specialista – tanto che gran parte della prima fase di ricerca è stata autofinanziata". Per i suoi studi da Voghera è volata a Parigi dove c’è una scuola molto importante di anatomia a livello europeo. Ma allora i fondi erano pochi. "C’è chi si esalta per la borsa griffata – ricorda il chirurgo plastico – io a quei tempi gioivo per aver potuto usufruire di materiale e stanze di lavoro per un corrispettivo di 5-6mila euro". Grazie a Gregory S. Keller, professore della University of California di Los Angeles e a uno studio internazionale a cui hanno partecipato colleghi italiani, americani, francesi sia nel campo della chirurgia che dell’anatomia patologica e dell’istologia, Chiara ha avuto la possibilità di dimostrare che questa fascia prende parte alla formazione di alcuni legamenti di sostegno del volto.
Nel frattempo, "si è sviluppata anche l’applicazione chirurgica in campo estetico, soprattutto nei lifting, e ci sono state numerose pubblicazioni sul fatto che, lasciando questa struttura in sede, è possibile eseguire manovre più sicure di scollamento. Considerando che il nervo è protetto, i tessuti possono essere isolati e riposizionati anche in un modo esteticamente più gradevole e naturale". Per le pazienti così è minore il rischio di danno al nervo e migliore il risultato perché viene preservata la mimica facciale. Dal punto di vista oncologico, invece, "manca il tassello di questa regione del volto – conclude il chirurgo plastico – che va integrato con la certezza che qui c’è una fascia profonda e la dimostrazione che sia possibile preservarla come si fa con altre zone".