Badante uccisa, pena ridotta in Appello per l'ex assessore

In primo grado Fabio Vignati era stato condannato all'ergastolo. Esclusa l'aggravante della premeditazione

Lavdije Kruja, la vittima

Lavdije Kruja, la vittima

Pavia, 20 luglio 2020 - Ridotta la pena, dall'ergastolo che era stato inflitto in primo grado a 25 anni di reclusione, per Franco Vignati, 66 anni l'ex assessore alla Cultura in quota Lega del Comune di Chignolo Po (Pavia) dal 2009 al 2014 che è ritenuto responsabile di aver ucciso con un colpo di pistola alla nuca una badante e donna delle pulizie albanese di 40 anni, Lavdije Kruja detta Dea, madre di due figli dal precedente matrimonio, il 30 maggio del 2016. Il suo cadavere fu poi ritrovato nove giorni dopo, l'8 giugno 2016, a Monticelli d'Ongina (Piacenza) nelle acque del fiume Po.

La corte d'assise di appello di Milano ha escluso l'aggravante della premeditazione che era stata invece ritenuta sussistente in primo grado e invocata anche dalla procura generale.

Secondo il difensore, l' avvocato Lino Terranova di Milano, il quadro indiziario raccolto dai carabinieri di Stradella e dalla Procura di Lodi non ha mai fornito la certezza della responsabilità, nonostante la ricerca di tracce genetiche, e sarebbero mancate per almeno un mese le garanzie dovute a Vignati in quanto indagato. Secondo l'accusa la donna, con la quale l'uomo aveva convissuto per un breve periodo nella casa di lei a Miradolo Terme (Pavia), aveva manifestato l'intenzione di interrompere la relazione e avrebbe quindi poi concesso un ultimo incontro a Vignati, che le avrebbe prospettato un colloquio di lavoro con un suo conoscente. L'omicidio sarebbe avvenuto sulla sponda del Po o del Lambro, comunque contigui, a Orio Litta, in provincia e sotto la giurisdizione di Lodi